Indulto, nuova lite nell'Unione
Una semplice dichiarazione del premier nel giorno di Natale è stata sufficiente a riaccendere le polemiche mai sopite sul provvedimento giudiziario. «L'indulto e la finanziaria io le rifarei», ha detto Romano Prodi ai microfoni del Gr1. Poche parole che però hanno subito innescato la reazione stizzita di Antonio Di Pietro, da sempre contrario al provvedimento, da lui stesso definito «svuota-carceri». «Con tutto il rispetto per Prodi, al quale rinnoviamo la fiducia e gli auguri, riteniamo che non ci sia peggiore errore che la recidiva nelle decisioni sbagliate quale è stato senz'altro l'indulto», ha attaccato il ministro ed ex pm di Mani Pulite. Il leader dell'Italia dei Valori è intervenuto anche sulla manovra di bilancio: «Ribadiamo la nostra ferma contrarietà al tentativo d'inserire quella vergognosa norma per accorciare i tempi di prescrizione dei reati fiscali», ha attaccato Di Pietro, sottolineando che è necessario scoprire il «colpevole di questa operazione». Immediata la contro-replica di Mauro Fabris, capogruppo dell'Udeur, il partito di Clemente Mastella che, da ministro della Giustizia, ha chiesto e ottenuto l'indulto. «Anche nel giorno di Natale, Di Pietro non perde occasione per cercare di raccattare facili consensi», ha attaccato Fabris. «Visto che anche in questo santo giorno il ministro di Pietro ha voluto dire la sua, ci saremmo invece aspettati qualche buon proposito per accelerare nel 2007 la realizzazione delle infrastrutture che mancano al Paese», ha aggiunto polemicamente Fabris. Critico con il responsabile delle Infrastrutture anche Renzo Lusetti, della Margherita. «Almeno per Natale, poteva evitare di riaccendere polemiche che riteniamo francamente concluse», ha detto l'esponente dei Dl, secondo il quale sul tema «bastava per il Governo la parola del presidente del Consiglio». Sulla stessa linea Paolo Cento, dei Verdi. «Ancora una volta il ministro Di Pietro, anche nel giorno di Natale, decide di confondere la propria voce con quella giustizialista di An e della Lega criticando un provvedimento che chiunque conosce la situazione delle carceri sa che non poteva essere rinviato», ha detto Cento. Anche l'opposizione è intervenuta sull'indulto, ma soprattutto per criticare il premier. Per il leghista Roberto Maroni, ad esempio, «il presidente del Consiglio ha una bella faccia tosta, visto quello che è successo all'indomani della scarcerazione di migliaia di criminali». Gianfranco Rotondi, invece, punta il dito contro le divisioni nella maggioranza. «Neanche il Natale porta pace nell'Unione: basti guardare l'ennesima risposta piccata del ministro Di Pietro a Romano Prodi a proposito dell'indulto e il vespaio di polemiche all'interno del centro-sinistra», ha detto il segretario della Democrazia Cristiana. «Per non ripetere gli errori, come dice Di Pietro, bisogna innanzitutto ammetterli, cioè confessarsi in questo caso davanti agli elettori. Prodi invece persevera, con incredibile faccia tosta, negando anche l'evidenza, mentre la sua maggioranza continua a litigare anche nei giorni di Natale», ha dichiarato Adolfo Urso, dell'esecutivo di An, rilevando come «indulto e finanziaria abbiano creato disagio e insicurezza, facendo crollare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Invece di riconoscere gli errori, l'atteggiamento arrogante di Prodi e le risse nella sua maggioranza - ha sottolineato ancora Urso - aggravano la sensazione di una classe politica lontana dalla vita reale e dai bisogni della gente comune. Credo che il Presidente della Repubblica saprà ribadire nel suo messaggio di fine anno il richiamo che giustamente ha recentemente fatto ai partiti e al Governo e che in questi giorni è stato clamorosamente disatteso».