Incontro con Napolitano prima di volare
Sono giorni che Silvio Berlusconi non pensa ad altro. Un «viaggio lampo» a Roma per incontrare il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e segnare così il suo ritorno alla politica attiva dopo l'operazione negli Stati Uniti. Per il momento si tratta di un'ipotesi. Troppi i fattori in gioco (non ultimo quello legato alla salute). E, forse per questo, né dal Quirinale, né dallo staff del leader azzurro arrivano conferme. Ma Silvio Berlusconi è uomo determinato e non è escluso che, all'ultimo minuto, decida di fare di testa sua. Anche perché il faccia a faccia con il Presidente della Repubblica ha un significato particolare. Per il Cavaliere, infatti, non si tratterebbe di un tradizionale scambio di auguri, ma di un vero e proprio incontro politico-istituzionale. Dopotutto Berlusconi lo ha ribadito più volte ai suoi in questi giorni: «Il dopo-Prodi è già iniziato». Per questo, in prospettiva, è importante sondare il terreno. Se, come sembra, Napolitano non pensa ad elezioni anticipate, i prossimi mesi saranno decisivi, soprattutto per tessere alleanze e accordi con quella parte del centrosinistra che vedrebbe di buon occhio un governo di larghe intese. Così il Cavaliere potrebbe anticipare i tempi e approfittare già di questi giorni per un primo passaggio istituzionale. La decisione potrebbe arrivare già nelle prossime 24 ore. Per il momento, infatti, l'agenda dell'ex premier non prevede appuntamenti a Roma. «Si dividerà ancora alcuni giorni tra Arcore e Macherio - dicono a via del Plebiscito -. Poi volerà in Sardegna per il Capodanno, ma non sappiamo se passerà da Roma». In attesa di sapere se e quando Berlusconi salirà al Colle, si rincorrono le voci sui progetti a cui il leader azzurro starebbe lavorando in vista della ripresa di gennaio. Uno in particolare avrebbe attirato la sua attenzione in queste settimane: la fondazione di una «università del pensiero liberale». L'idea, per la verità, era già stata anticipata alcune settimane fa ai vertici del partito nel corso di una riunione con i coordinatori regionali. Ma ora, si starebbe trasformando in qualcosa di più concreto. «Non possiamo lasciare la cultura nelle mani della sinistra» è stato il ragionamento che Berlusconi ha fatto in queste ore con alcuni interlocutori. «Il partito dei moderati sarà il mio lascito - ha aggiunto - e l'università costituirà la base della futura classe dirigente del centrodestra». Il progetto sarebbe quindi quello di creare le basi per sottrarre alla sinistra «il monopolio della cultura» attraverso un'ateneo privato strutturato sul modello statunitense. Un progetto da realizzare in tempi rapidi se è vero che il Cavaliere vorrebbe poter inaugurare l'università entro un anno, massimo un anno e mezzo. Le facoltà, sarebbero prevalentemente quattro: economia e commercio, giurisprudenza, scienze politiche e della comunicazione. Insomma, dopo l'intervento al cuore che lo ha tenuto per qualche settimana fuori dalla scena politica, il Cavaliere sembra tornato quello di sempre. Come conferma anche don Pierino Gelmini che lo ha raggiunto telefonicamente per gli auguri. «Sta bene ed è molto, molto combattivo - ha detto il sacerdote a margine delle celebrazioni natalizie della comunità Incontro -. Gli ho augurato una pronta ripresa, ma anche di dire e fare ancora molte cose per il nostro Paese». «A Berlusconi - ha spiegato ancora don Gelmini - ho detto: adesso siamo uguali perché io ho messo un pace maker tre mesi fa e lui adesso. Ma siamo entrambi anche due persone che hanno voglia di fare qualcosa per il Paese».