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«Sulle pensioni non c'è fretta, la coalizione non si cambia»

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Parola di Romano Prodi che, in vista della ripresa di gennaio, fissa già l'agenda delle priorità. Subito le riforme economiche perché, dice, bisogna far crescere l'Italia. «Dobbiamo trovare - spiega al Tg1 - le risorse per liberalizzazioni, sviluppo e pensioni». E su quest'ultimo tema aggiunge: «Non c'è urgenza massima su questo perché le riforme delle pensioni sono già state fatte in grande parte». «Su questo - continua - vorrei dare delle prospettive in più, possibilità di scelta in più». Insomma, nessuna fretta, se ne riparla a gennaio. Anche perché il premier non teme affatto la ripresa. Lo aveva già detto venerdì sera durante l'intervista rilasciata a Gianni Riotta e andata in onda sul supplemento del Tg1 Tv Sette. Lì il Professore aveva parlato di Legge Finanziaria che «non poteva essere da tutti presa con favore» e dell'opposizione che «comincia ad avere differenze di lungo periodo». E non era mancato un riferimento velato a Casini: «La coalizione non la scompongo. Non la sciolgo. Questa è la mia coalizione». Ma, soprattutto, il premier aveva rimandato al mittente gli attacchi di chi, da tempo, lo dà per spacciato. «Il Governo è andato bene - aveva replicato -. Battaglie ci sono state, ho preso anche delle belle botte ma sempre stando fermo sul programma». Ed in dialetto bolognese sentenziava: «Io tengo botta». Certo non si tratta ancora di offensiva mediatica ma è chiaro che il premier, dopo aver incassato l'approvazione della Legge Finanziaria, adesso intende passare all'attacco. E se Riotta gli faceva notare che in queste mesi di governo ci sono stati errori di comunicazione precisava: «È vero ma la gente giudicherà dai risultati. O siamo diventati una Repubblica televisiva e d'immagine?». Giudizio che non potrà che essere positivo visto che «abbiamo dato ai poveri e ai più deboli. Abbiamo toccato i settori riparati». Ed i fischi? Le contestazioni? Prodi fa spallucce perché «quando non sono organizzati si sente il calore della gente». Ma il Professore ne ha anche per Montezemolo e Confindustria: «Strano che brontolino. Mai tanti soldi sono stati stanziati per lo sviluppo. Interventi che hanno voluto favorire il rilancio dell'economia e non l'aiuto». Alla fine c'è un messaggio per l'opposizione. «Spero - dice - non segua la strategia di muro frontale che ha portato avanti in questi mesi». Poi sottolinea che «comincia ad avere delle differenze di lungo periodo riguardo cos'è la politica domani». Divisioni così evidenti al punto che l'Unione «è più robusta». Una coalizione, quella di centrosinistra, che il premier giudica «vociante, in cui emergono molte differenze ma nelle decisioni siamo uniti e compatti». Infine non manca un riferimento al caso Welby e su casi simili «che non si risolvono per legge e su cui è necessario discutere seriamente slegandosi dalle fedeltà politiche».

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