E Gentiloni si vuole fare la seconda segreteria
E ha preparato un decreto ad hoc che è appena arrivato alla Camera con il quale il ministro riorganizza il suo dicastero, quello delle Comunicazioni. Nella relazione tecnica che accompagna il provvedimento si spiega che si interviene «effettuando i soli aggiustamenti che, alla luce dell'esperienza maturata, si sono evidenziati ancora necessari e opportuni». Insomma, al ministero non ce la fanno. Non basta l'ufficio che supporta da vicino il lavoro di Gentiloni nell'attività quotidiana. Al ministro serve anche una struttura di esperti, al punto che la segreteria tecnica viene ritenuta «indispensabile in un ministero altamente tecnico come quello delle comunicazioni». E, a supporto di questa tesi, nella relazione di accompagnamento si rileva che «quasi tutti i ministeri con portafoglio sono dotati di segreteria tecnica». Insomma, l'ufficio di esperti non è una bizzaria di Gentiloni. Ma non è neppure vero che ce l'hanno tutti. Anzi, nell'attuale esecutivo ne sono dotati sei dicasteri su diciotto con portafoglio. Fanno notare gli uffici della Camera che hanno la seconda segreteria i ministeri dell'Interno (Amato), dell'Economia e delle Finanze (Padoa Schioppa), del Lavoro (Damiano), delle Politiche Agricole (De Castro), dell'Ambiente (Pecoraro Scanio), della Salute (Turco). Se ne deduce che, invece, ne fanno tranquillamente a meno D'Alema agli Esteri, Mastella alla Giustizia, Mussi all'Università, Fioroni all'Istruzione, la Bonino al Commercio internazionale, Ferrero alla Solidarietà sociale, Parisi alla Difesa, Di Pietro alle Infrastrutture e Bianchi ai Trasporti. Ma di che cosa si occuperà il nuovo ufficio? Nel provvedimento si sottolinea che la segreteria tecnica assicura al ministro il supporto conoscitivo e specialistico nel campo delle comunicazioni per la elaborazione, l'impostazione e la verifica degli effetti delle politiche generali e di settore. Inoltre è composta - nell'ambito del contigente di personale degli uffici di diretta collaborazione che attualmente è composto da 96 unità - da esperti altamente qualificati nel settore delle comunicazioni, ed è direttamente coordinata da un capo segreteria tecnica alle dipendenze di Gentiloni. In pratica sarà un ufficio in stretta collaborazione con il ministro, la vera interfaccia tecnica, in un dicastero che comunque ha già un segretariato generale, cinque direzioni generali (risorse umane, servizi di comunicazione elettronica e di radiodiffusione, pianificazione e la gestione dello spettro radioelettrico, gestione delle risorse strumentali ed informative, regolamentazione del settore postale), un istituto superiore e gli ispettorati territoriali. Inoltre si avvale della collaborazione di un organismo interno che è il consiglio superiore delle Comunicazioni (tra i cui membri c'è anche il presidente Cossiga). Un po' controverso il capitolo dei costi della nuova segretaria tecnica. Infatti, nello schema di regolamento di ripete in più circostanze che il nuovo ufficio non avrà costi aggiuntivi e che l'intero staff del ministro, nel passaggio da vecchio a nuovo assetto, manterrà il principio fondamentale dell'«invarianza di spesa». Nella relazione illustrativa del provvedimento si sottolinea che il trattamento economico del capo della segretaria tecnica verrà assicurata con la soppressione di altre tre figure dirigenziali. Ma gli uffici tecnici della Camera invece rilevano che manca la relazione tecnico finanziaria, necessaria per dare l'ok al provvedimento. Il testo presentato da Gentiloni, però, sebbene abbia allegati i pareri del Consiglio di stato, manca dell'analisi tecnico-normativa e dell'analisi di impatto della regolamentazione. Il ministro avrà la giustificazione: s'è dimenticato di presentare quei documenti perché gli manca proprio una segreteria tecnica che l'aiuti. F. D. O.