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di SIMONA CAPORILLI «MI SENTO ferita», Mina Welby è una donna minuta, discreta, coraggiosa.

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Lui se ne è andato con uno spasmo. Lei continuerà a lottare per i diritti dei malati. Su, al sesto piano di Via Mazzoccolo non fa salire nessun estraneo ma, mentre Mina racconta i funerali del marito al citofono, all'Olimpico i tifosi appendono lo striscione «Buon Natale Welby». La voce di Mina è rotta e serena al tempo stesso. Mina Welby è sinceramente cattolica. E si sente ferita. Perché non potrà celebrare i funerali del marito in chiesa visto che «porre fine alla propria vita contrasta con la dottrina cattolica», secondo una nota del Vicariato Romano. Ci sono le ragioni del cuore e quelle dei dogmi ma la signora Welby smorza i toni e lo fa con umiltà: «Nessuna polemica. Ho detto a tutti di rimanere pacati. Ho detto che Piero se ne è andato in serenità». A Piergiorgio Welby è stata riservata una piazza. Quella antistante alla parrocchia di Don Bosco, quartiere Tuscolano. La parrocchia di Mina, Piergiorgio, Carla Welby. È lì che oggi si celebreranno i «funerali laici», appannaggio di chi, come Piero, ha messo fine alla propria vita. Signora Welby, come si svolgeranno i funerali di Piergiorgio? «Appenderò un cartello davanti al portone e, anzi, vi prego di darne notizia: la camera ardente sarà allestita domani mattina (oggi, ndr) dalle 8 alle 10 presso il Verano. I funerali si svolgeranno alle 10.30 davanti alla chiesa del Don Bosco». Signora Welby, come si sente? «Mi sento ferita». I funerali non si svolgeranno in chiesa. Perché? «Ho chiamato in parrocchia, per fissare la data dei funerali. Per chiedere che fossero celebrati di domenica. Il parroco mi ha detto che non c'era l'autorizzazione. Mi ha detto che non era stata rilasciata dal Vicariato». E ora le rimane l'amaro in bocca? «No. L'amaro in bocca è dire davvero poco. Mi sento ferita e quello che provo in questo momento è soltanto dolore. Vede, io non sto pensando alla mia condizione. Penso alla madre di Piero: ha quasi 87 anni ed è una fervente cattolica. Io ho ingoiato un rospo amaro, quando ho saputo che non avremmo potuto celebrare i funerali in chiesa. Ma lei... Non merita di sopportare questo sacrificio». Lei come ha reagito? «Ieri ero incandescente. Ma ho detto a tutti di essere pacati, di rimanere sereni. I funerali sono stati sospesi per il "polverone" che si è alzato con il caso di mio marito. Questa situazione è triste, è triste». Suo marito era un credente? «Certo. Era laico. Ma aveva tutti i sacramenti. È stato battezzato, si è cresimato e noi ci siamo sposati in una chiesa, il che significa dire che stiamo parlando di un credente». Quando pensa a suo marito qual è la prima immagine che le viene in mente? «Nell'ultimo periodo aveva gli occhi imploranti. Stava malissimo: sono quelle le immagini che ho sempre davanti. Non guardo più la televisione perché me lo continuo a rivedere sempre davanti, parlano di lui, della malattia...». E per pensare a lui? «Guardo un suo autoritratto. Quello che fece ormai anni e anni fa. Lo disegnò e poi lo ripassò per bene al computer. Io mi sono limitata ad appenderlo sopra il nostro letto». Leggerà qualcosa in sua memoria? Una poesia? «È un'idea. comunque sia, ho invitato tutti a partecipare attivamente al funerale. Chiunque potrà prendere parola, chiunque potrà leggere qualcosa». Cosa succederà dopo i funerali? «Il corpo sarà cremato: le ceneri saranno gettate nel canale di Maccarese subito dopo. Quel canale dove andavamo sempre appena avevamo un momento libero». Come cambierà ora la sua vita? Continuerà ad abitare con la mamma di Piero? «Certo. Proprio poco tempo fa, quando era già immobilizzato, gli sussurrai all'orecchio "non ti preoccupare, Piero, che quando tu non ci sarai più sarò io a occuparmi di tua madre, rimarrò sempre accanto a lei"».

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