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di SALVATORE DAMA DOVEVA essere la giornata della legge Finanziaria.

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L'Udeur ha presentato un ordine del giorno stringato, di poche parole, ma dall'effetto politco devastante per la ministra diessina. In sostanza si impegnava il governo a non intraprendere iniziative legislativa sui pacs perché a decidere deve essere anzitutto il Parlamento. In pratica una sonora bocciatura per la fedelissima di Fassino che da settimane annuncia ai quattro vebti che il disegno di legge è pronto, arriverà a breve. Prodi chiama Mastella, cerca di chiarire. Ma il ministro della Giustizia e leader dell'Udeur non demorde, va dritto sulla sua strada ma potrebbe fare un passo indietro se intervenisse il premier. Il Professore assicura che si occuperà della vicenda. Salutato Mastella, Prodi pensava di poter archiviare il dossier della ministra per le Pari Opportunità. E invece ha dovuto aprire un altro file. Stavolta a lametarsi sono quelli della Margherita. Oggetto del contendere, è un disegno di legge che sarà esaminato dal Consiglio dei ministri di oggi. Si tratta di un giro di vite sui «delitti determinati dall'orientamento sessuale della persona e altre cause di discriminazione». Una proposta della Pollastrini che i Dl considerano inutilmente repressiva e che non avrà effetto deterrente nei confronti degli abusi sessuali. Anzi, potrebbe avere un effetto deterrente sulle denunce. I Ds hanno provato trattative infinite che nella notte ancora non avevano trovato una soluzione. Finito? Non ancora. La ministra diessina è sotto accusa per un altro provvedimento. Sempre oggi, infatti, il Consiglio darà via libera al nuovo comitato per le pari opportunità. Dal gruppo di esperti è stato estromesso il rappresentante di Confindustria. E non solo. Anche la vice presidente Anna Maria Parente, che è anche la coordinatrice delle donne della Cisl, ha scoperto, a sorpresa, di non far parte della commissione. Pollastrini ha preferito sostituire la rappresentanza sociale con esponenti dei movimenti e rappresentanti di organizzazioni omosessuali. La Cisl non ha digerito bene la scelta e si prepara a dare battaglia. Battaglia che forse ha già sortito un effetto visto che ieri sera circolavano voci di possibili dimissioni del ministro che però non hanno trovato alcuna conferma. Quello che invece appare trovare conferma è la divisione della maggioranza su tutto. A cominciare proprio dai pacs. Stralciato al Senato dal testo della Finanziaria, il riconoscimento delle coppie di fatto è stato oggetto di numerosi ordini del giorno. Il governo ha dato parere favorevole ai documenti presentati dai deputati Grillini, De Simone, Bonelli. In tal modo l'esecutivo si è impegnato a presentare entro il 31 gennaio un disegno di legge sulle unioni di fatto che, «aldilà degli orientamenti sessuali dei conviventi», riconosca loro diritti in materia fiscale. Fabris (Udeur) aveva presentato in mattinata un ordine del giorno in cui si impegnava il governo a «non promuovere iniziative legislative in materia di regolamentazione dei diritti delle coppie di fatto». Poi, a seguito della mediazione del ministro per i rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, si giungeva a un testo più soft. Fabris e gli altri ammettevano la facoltà di iniziativa legislativa del governo sui pacs, purchè fosse oggetto del «più ampio e libero dibattito parlamentare». A metà pomeriggio, però, il giallo. Le parole del ministro Chiti non corrispondono. Poi la rasssicurazione. E il disegno di legge ancora non c'è.

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