DAI MILLE euro in su si accettano solo carte di credito, o quasi.

Nel mirino ci sono i professionisti. È stato stabilito che i compensi professionali in denaro di importo «unitario» (ovvero, per la singola prestazione resa) pari o superiore a 1.000 euro devono essere riscossi esclusivamente mediante strumenti finanziari tracciabili, vale a dire assegni non trasferibili, bonifici, altre modalità di pagamento bancario o postale e tramite sistemi di pagamento elettronico: ad esempio, carte di credito o carte Bancomat. Sotto i 1.000 euro invece, i compensi possono continuare ad essere effettuati in contanti. In sintesi, le nuove modalità di pagamento mediante sistemi tracciabili possono essere applicate per i compensi professionali dovuti a un avvocato, a un commercialista oppure a un medico, ma non per quelli pagati a un idraulico o a un commerciante, perché - ai fini fiscali - questi ultimi producono reddito d'impresa. L'obbligo in questione decorre dal 12 agosto 2006 (data di entrata in vigore della Legge di conversione del Decreto Visco-Bersani), per i compensi riscossi dalla data stessa, anche se riferiti a prestazioni rese anteriormente. Ma ecco cosa succede dal 2008: l'obbligo sarà progressivamente esteso ai compensi di importo unitario inferiore. Dal primo luglio 2008 al 30 giugno 2009 la regola vale quindi anche per gli importi pari o superiori ai 500 euro, mentre dal primo luglio 2009 la soglia si abbassa addirittura ai 100 euro.