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«Sono 177 i voti in più per Prodi» Ma il conteggio non è ancora iniziato

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Seguono anche insulti alla Cdl. Il riconteggio delle schede deciso dalla Giunta per le elezioni della Camera rischia dunque di non essere una cosa seria. Che cosa è accaduto? Non è stata ancora aperta una sola scheda ma il centrosinitra fa filtrare già notizie clamorose: sono 177 i voti in più che toccano alla coalizione di Romano Prodi. Questo se si prendono in considerazione i risultati ufficiali, certificati dalla Cassazione; ma sono 292 voti in meno se si considerano le preferenze ufficiose del ministero dell'Interno. E come hanno fatto a dare questi numeri? Semplice, il centrosinistra ha fatto la somma dei verbali delle 26 circoscrizioni elettorali. Ovvero quello che è stato effettuato centinia di volte in questi mesi da parlamentari e soprattutto dagli organi istituzionali. Il risultato che salta fuori è che lo scarto tra i due poli si attesta quindi a 24.932 voti a favore del centrosinistra, invece dei 24.755 finora noti. Secondo gli esponenti della maggioranza in Giunta per le Elezioni, tuttavia, il calcolo significa semplicemente che dalle 26 relazioni circoscrizionali non emergono novità o anomalie particolari. I dati, in sostanza, combaciano sia con quelli diramati dal Viminale, sia con quelli della Corte di Cassazione. Quelli attribuiti dal ministero dell'Interno alla coalizione di centrosinistra (19.001.684) risultano leggermente inferiori a quelli risultanti ora alla Giunta (19.002.764) solo perché, spiegano, «a quelli del Viminale mancavano ancora i dati delle schede contestate che sono arrivati solo dopo qualche giorno». Le verifiche della Giunta però non sono in pratica nemmeno iniziate. L'organismo parlamentare nei giorni scorsi ha stabilito infatti praticamente all'unanimità di ricontare complessivamente oltre 4 milioni di schede elettorali. I controlli prenderanno in esame tutte le schede bianche, nulle, contestate e valide. Cominciando però dal 10% dei seggi. Il riconteggio dovrà essere ultimato entro il mese di luglio del prossimo anno. Ma anche se i controlli non sono nemmeno inziate, il centrosinistra canta vittoria. Parte i tam tam della sinistra per sostenere l'«incredibile» verità. Per Fassino il dato «vuol dire quello che abbiamo sempre sostenuto: cioè che la campagna propagandistica di Berlusconi sui brogli è del tutto infondata». Il coordinatore della Segreteria ds, Maurizio Migliavacca, sispinge oltre: «L'esito del controllo delle schede delle 26 circoscrizioni operato dalla giunta delle elezioni della Camera, che riconosce al centrosinistra più voti di quelli assegnati dal Viminale, dimostra quanto sia strumentale e irresponsabile la campagna di Berlusconi e del centrodestra sui presunti brogli attribuiti alla sinistra». Ma il presidente della giunta, Donato Bruno, frena: «Le cifre fornite sulle schede elettorali, che assegnano al centrosinistra 177 voti in più rispetto a quelli certificati dalla Cassazione, ma 292 in meno rispetto ai numeri forniti dal Viminale, «non rappresentano un dato che può spostare la situazione a favore di uno dei due schieramenti. Solo il Comitato di verifica, che è stato costituito e che si riunirà domani per la prima volta, potrà procedere ad una verifica più puntuale». Comitato che, è bene ricordarlo, non ha ancora cominciato a riunirsi. Si vedrà per la prima volta a metà gennaio. Attacca anche il capogruppo di Forza Italia in Giunta, Gregorio Fontana: i dati «venduti come uno scoop, sono del tutto inattendibili e comunque si riferiscono al tentativo, del tutto virtuale e non effettivo, di far quadrare i conti rispetto alle tantissimee anomalie riscontrate già nei verbali». Per Fontana «la sinistra è alla canna del gas, probabilmente preoccupata e forse un po' pentita della decisione della scorsa settimana con la quale la Giunta ha deciso di sottoporre alla verifica l'esito delle ultime elezioni politiche accettando il riconteggio di tutte le schede che noi chiedevamo».

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