Il Cavaliere potrebbe aver avuto anche un'ablazione al muscolo cardiaco
E gli esperti ipotizzano un doppio intervento al cuore
Su una cosa gli esperti sono comunque concordi: esistono situazioni in cui entrambe le tecniche possono essere utilizzate contemporaneamente. Non esclude l'eventualità che al leader di Forza Italia possa essere stato effettuato un duplice intervento (eventualità che non incontra, però, alcuna conferma nè da parte dell'entourage di Berlusconi nè da parte dello staff medico dell'ospedale statunitense) il direttore della cattedra di cardiologia all'Università La Sapienza di Roma Massimo Volpe. L'applicazione di un semplice pacemaker, ha osservato Volpe, «è un intervento ormai talmente routinario che non giustificherebbe la necessità di andare negli Stati Uniti, avendo anche in Italia dei centri eccellenti». Una scelta che potrebbe invece essere sostenuta, appunto, dall'ipotesi del duplice intervento. Ma in quali casi un intervento di ablazione può essere indicato insieme all'applicazione di un pacemaker? «Si tratta di casi non molto frequenti - ha spiegato il cardiologo - ma che possono verificarsi. L'ablazione è una tecnica che si utilizza per curare le aritmie cardiache, che possono essere di varia gravità. Ci sono infatti aritmie più serie, quelle ventricolari, e aritmie meno preoccupanti, ovvero quelle atriali. In alcuni casi - ha proseguito - si può quindi valutare l'opportunità di applicare anche un pacemaker che ha una funzione protettivà, intervenendo a sostegno del cuore se la frequenza cardiaca dovesse abbassarsi troppo». Insomma, si tratta, secondo Volpe, di una possibile ipotesi in campo, ma per dare una valutazione, ha sottolineato, «bisognerebbe disporre di maggiori elementi». Un'ipotesi, quella del duplice intervento, che non convince invece il direttore della cattedra di cardiologia dell'Università di Tor Vergata Francesco Romeo: «Credo sia più probabile - ha detto - che Berlusconi abbia subito solo l'applicazione del pacemaker». L'indicazione di procedere con entrambe le tecniche, ha sottolineato l'esperto, «si ha, di solito, in presenza di aritmie gravi e di lunga durata, ma si tratta comunque di un'opzione oggi non più molto utilizzata. La tecnica dell'ablazione, infatti, ha ormai raggiunto un tale grado di precisione per la cura delle aritmie da non richiedere più, se non in rari casi, anche l'applicazione di un pacemaker a scopo precauzionalè». Anche secondo Romeo, ad ogni modo, è difficile dare una valutazione sulla base dei pochi elementi resi noti. Infatti la notizia del ricovero in Usa del leader della Casa delle Libertà è circolata quando lui era già volato laggiù. A giudicare comunque dalla sintomatologia mostrata e dal tipo di malore accusato di recente dal leader di Fi, ha osservato lo specialista, «credo che quella accusata da Berlusconi sia stata una caduta delle frequenza cardiaca più che un problema legato ad aritmia e in questi casi l'indicazione non è per un intervento di ablazione, bensì per l'applicazione di un pacemaker la cui funzione è appunto quella di entrare in azione a sostegno del cuore in caso di blocco atrio-ventricolare». Ma se di questo si è trattato, ha concluso, «si tratta di un intervento che, pur nel massimo del rispetto per le scelte individuali, poteva essere eseguito in Italia senza alcun problema e garantendo il massimo della competenza».