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Il presidente della Confindustria striglia il governo

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Luca di Montezemolo si accredita sempre più come alternativa agli attuali schieramenti e come punto di riferimento di quella falange di volenterosi, il popolo dei moderati-riformisti, che rifuggono dagli estremisti e non si riconoscono nè in Prodi nè in Berlusconi. Così ieri alla presentazione delle stime economiche del centro studi della Confindustria, Montezemolo ha preso le distanze dal centrosinistra bocciando quell'ipotesi di cosiddetta fase2 caldeggiata dal segretario Ds Piero Fassino per arginare il malcontento scatenato dalla Finanziaria. «Nel processo di avvio delle riforme, politiche, economiche ed istituzionali, non siamo nè alla fase 1 nè alla fase 2. Siamo alla fase zero, la fase delle cose da fare» ha detto invitando il mondo politico e quello economico-finanziario, ad imboccare dopo la Finanziaria con decisione la strada delle riforme. «Bisogna riuscire - ha detto Montezemolo - a passare dall'elencazione alla realizzazione» di quelli che ha definito «i fondamentali» dell'economia di un Paese. Al presidente del Consiglio Romano Prodi chiede di aprire un tavolo di confronto per lavorare sulle «emergenze»; ovvero la crescita e la produttività. «Bisogna vedere chi vuol fare la propria parte, chi ci sta e chi non ci sta - ha aggiunto Montezemolo - noi ci stiamo e chiediamo che ci stia anche il mondo finanziario, sindacale e, ovviamente, anche un governo che deve dimostrarsi nei fatti coeso politicamente e con una cultura di mercato». Ai sindacati chiede di «non fare passi indietro» sulla flessibilità e sull'orario di lavoro. «Non si può lavorare in pochi e così poco», ammonisce ancora Montezemolo come non è possibile «che le piccole e medie imprese non possano ricorrere allo strordinario per far fronte alle punte stagionali». Poi affronta il problema della governance dello Stato. «Sta diventando troppo pesante, troppi gruppi parlamentari, troppe circoscrizioni, non ce la si fa più». È lo sfogo di Luca Cordero di Montezemolo che indica la necessità di «mettere seriamente mano ad alcuni temi della Costituzione. Invece vediamo crescere le province e gli enti locali, abbiamo un localismo che ci uccide». Il presidente degli industriali indica come priorità «la governance del Paese» e accusa le due coalizioni di «scarsa coesione politica, scarso senso del mercato. Stiamo dando al governo troppi compiti, con troppa presenza dello Stato in economia e a livello di territorio». Altro tema è quello delle tasse. Da vero politico Montezemolo dice che «i soldi recuperati con la lotta contro l'evasione vanno restituiti a chi le tasse le ha pagate onestamente, destinati a infrastrutture e ricerca e a ridurre il debito». Invece, ha spiegato il presidente degli industriali, questi fondi vanno «al 90% alla spesa pensionistica, alla sanità e agli stipendi nazionali e locali che sono cresciuti esponenzialmente». Montezemolo ha anche criticato l'incapacità della Manovra di ridurre la spesa pubblica.

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