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Casini-Veltroni, «volenterosi» in campo

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La grande tentazione: potrebbero aderire al partito di Montezemolo

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Il «partito» di Montezemolo, una sorta di formazione dei «volenterosi», sulla carta esiste già, è trasversale a centrodestra e centrosinistra e conta nelle sue fila esponenti di primo piano, da Walter Veltroni a Pier Ferdinando Casini, da Francesco Rutelli a Daniele Capezzone passando da Marco Follini e la sua «Italia di Mezzo». E una specie di manifesto di questa nuova formazione l'ha tracciato ieri il sindaco della capitale intervenendo a Roma, insieme al leader dell'Udc, alla presentazione del libro di Giovanni Minoli «Eroi come noi», che il giornalista televisivo ha tratto dalle sue trasmissioni sulle vittime del terrorismo rosso e nero. «Verrà un tempo — ha spiegato Veltroni — in cui negli schieramenti politici non ci sarà più la logica del "contro": o contro Berlusconi o contro il comunismo, così come ormai accade da dodici anni». Un «manifesto» nel quale potrebbero tranquillamente convivere tutti i leader che oggi stanno cercando nuovi spazi e nuove soluzioni. Del resto due persone come Pier Ferdinando Casini e Walter Veltroni sono molto più vicine di quello che si possa pensare anche nelle idee dei nomi da dare ai futuri partiti: se il sindaco di Roma ha una lista civica che lo sostiene e che si chiama «I moderati per Veltroni», l'Udc sta pensando a qualcosa di molto simile. E il rapporto tra i due, specialmente da quando Veltroni è diventato sindaco nel 2001, si è molto rinsaldato. Ieri, ad esempio, alla presentazione del libro di Giovanni Minoli, i due erano perfettamente allineati sui commenti al periodo che ha segnato la vita politica italiana a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80. Così come si sono trovati perfettamente d'accordo nel giudizio sulla televisione pubblica. Un giudizio assolutamente non tenero. «Oltre ai giochi a premi e a scatole che si aprono o quant'altro — ha commentato Pier Ferdinando Casini — nel servizio pubblico ci dovrebbe essere spazio anche per il dibattito e le riflessioni che stiamo facendo qui stasera. E invece di discutere se una trasmissione è più di destra o di sinistra, il servizio pubblico dovrebbe recuperare la sua centralità sul campo». Giudizio assolutamente condiviso da Veltroni: «Sappiamo tutti che la televisione deve essere divertimento — ha spiegato il sindaco — ma non può essere solo quello. I programmi di Giovanni Minoli vanno in onda in orari "da lupi", possono vederli quelli che la mattina non si devono svegliare alle sei di mattina, prendere un pullman o un treno e poi andare a lavorare in fabbrica. A loro, invece, la tv offre "L'isola dei famosi". Questo è socialmente ingiusto e sbagliato». Ma se Casini non è lontano da Veltroni lo è ancora di meno da Francesco Rutelli. Gli «ammiccamenti» tra l'Udc e la Margherita sono all'ordine del giorno, che i due si parlino e che abbiano, talvolta, anche immaginato un futuro politico insieme non è un segreto. Certo non con questo «schema» politico ma in un eventuale «partito dei volenterosi» ci sarebbe spazio per entrambi. Così come ci potrebbe essere spazio per uno come Daniele Capezzone, radicale e «liberal», e al quale va stretto lo schieramento di centrosinistra «ingessato» tra Romano Prodi, Clemente Mastella e l'ala della sinistra radicale. Infine c'è Marco Follini che ha visto confermata dal suo ex leader e compagno di vita politica fin da ragazzi, l'idea di doversi distaccare da Berlusconi. L'averla sostenuta, quasi un anno fa, gli è costata la poltrona di segretario dell'Udc, l'emarginazione dal partito e la via quasi obbligata dell'esilio verso una nuova formazione politica. Domani potrebbe ritrovarsi di nuovo insieme a Casini. Con Montezemolo, Veltroni e Rutelli.

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