L'annuncio in piazza a Milano

«Berlusconi ha deciso di andare a farsi operare in America, facciamogli un bell'applauso. Se sente gridare la sua Milano probabilmente guarisce prima!», ha gridato al microfono il leader del Carroccio. Uno squarcio senza rimedio al velo di riservatezza che era stato steso fino a quel momento sulla partenza di Silvio Berlusconi per gli Stati Uniti dove dovrà verificare se è veramente utile e consigliabile farsi impiantare un pacemaker. E nel caso sottoporsi al necessario intervento. Le voci circolavano già da giorni, ma Silvio Berlusconi ha sempre negato. Ancora ieri pomeriggio, lasciando la sua residenza romana di Palazzo Grazioli per far ritorno a Milano, ai giornalisti che per sondare il terreno gli chiedevano se dovessero fargli gli auguri per le feste, Berlusconi ha sviato i sospetti assicurando: «Gli auguri di Natale? No, sono qui la settimana prossima. Torno per lavorare». Una mezza bugia, perchè impiantare un pacemaker è solo un modesto intervento di routine, e lui effettivamente potrebbe tornare in pista nel giro di pochi giorni. Ma è evidente che all'ex premier non andava di avere addosso l'attenzione di tutta l'opinione pubblica. Il giorno prima se l'era cavata con una battuta («Macchè Huston, semmai vado a Las Vegas!») e certo non poteva immaginare che l'amico Bossi, al quale aveva parlato del viaggio una settimana fa, durante il solito incontro del lunedì a Macherio, avrebbe spiattellato tutto in piazza. Paolo Bonaiuti, il portavoce dell'ex premier, ha fatto un balzo sulla sedia quando ha letto le agenzie che «sparavano» la frase di Bossi e si è subito precipitato nel suo ufficio di Palazzo Grazioli. Quindi ha soppesato più del solito le parole quando ha parlato con il cronista: «Il presidente Berlusconi è negli Stati Uniti per sottoporsi ad alcuni accertamenti medici già previsti» ha risposto. Che si potrebbe tradurre così: ha un appuntamento con qualche luminare della cardiologia che lo visiterà e gli dirà se è necessario mettersi il pacemaker. Sembra evidente che Berlusconi di fare questo intervento non ne ha proprio alcuna voglia ed è probabilmente questa la ragione principale del viaggio oltre oceano che ha indispettito i cardiologi italiani, infastiditi dal «trasferimento intercontinentale» per una faccenda così modesta come l'impianto di un pacemaker. Difficile anche scoprire dove Berlusconi ha scelto di farsi fare gli accertamenti necessari. Si è parlato di Houston, dove c'è il top della cardiologia mondiale, ma anche della meno nota Cleveland, dove il maggior esperto di pacemaker è proprio un italiano, Andrea Natale. «Vi terremo informati» taglia corto Bonaiuti.