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Niente segretario, più spazio ai coordinatori regionali

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L'assemblea del partito di via della Scrofa di oggi varerà una piccola serie di modifiche allo statuto. Piccole sì, ma significative. Anche se quelle più pesanti sono proprio quelle che non verranno nemmeno messe ai voti. La più importante era l'istituzione di un segretario politico di An, così come era stato richiesto da Gianni Alemanno (e proposto per la prima vota quando Fini era vicepremier e ministro degli Esteri, in un'intervista al Tempo il 30 gennaio 2005). Il presidente di An non ha mai detto di no, anzi il 19 giugno dell'anno scorso affermò: «Ne parleremo». La nuova figura avrebbe portato - di fatto - a una sorta di investitura del numero due della destra, un possibile successore di Fini se e quando lo stesso leader si avvierà a prendere le redini dell'intera coalizione. Nelle settimane scorse erano anche circolate voci di un accordo tra le varie anime interne sulla «soluzione segretario» al punto che si parlava anche di un'ipotesi di riassetto complessivo: assieme al numero due sarebbe stata introdotta anche una serie di contrappesi interni. Alla fine non si discuterà della nuova figura ma verranno approvati i suoi contrappesi: a cominciare dall'elezione diretta dei coordinatori regionali. E anche qui occorre fare un passo intero e tornare all'anno più difficile per An, il 2005 appunto. Nell'assemblea nazionale del 28 luglio furono Gasparri e La Russa a sostenere l'avvio sperimentale dell'elezione dei coordinatori (che adesso sono di nomina presidenziale) e a sostenerla furono Alemanno e Storace. La proposta provocò anche un duro battibecco tra questi ultimi due e lo stesso Fini che poi sbottò: «C'è lo statuto che dobbiamo rispettare. Non capisco il senso di questa proposta: è roba da Bisanzio». Storace gli replicò secco: «Guarda che nessuno ti vuole togliere poteri» E avanti così per alcuni tesissimi minuti. Fino a che il presidente di An avanzò la mediazione: «Se si ritiene che i segretari regionali debbano essere scelti con procedure diverse faremo una sessione ad hoc con una mia proposta». E il momento della decisione è arrivata. Non quella del segretario che è stata invece cassata anche per un motivo procedurale interno: il congresso di An del 2002 ha dato mandato all'assemblea di procedere su piccole modifiche allo statuto; quella di introdurre una nuova figura sarebbe una riforma troppo radicale. Se ne parlerà alla prossima assise. Quando? E qui si apre un altro capitolo. Fini in diverse occasioni ha parlato di un nuovo congresso dopo le elezioni politiche e ha fatto capire che la data utile poteva essere nella seconda metà del 2007. Storace, nel chiederne la convocazione urgente, ha sortito l'effetto opposto: l'assise è sparita dall'agenda della destra. Al punto che anche la richiesta di un riconoscimento per le minoranze interne (era un'altra proposta di modifica dello statuto da votare oggi) è stata depennata. Quella che si apre però con il nuovo anno sarà certamente quasi una fase congressuale, perché in primavera si svolgeranno in tutte le regioni campagne elettorali per le elezioni del coordinatore regionale. Il sistema di voto scelto è simile a quello delle Regionali, con il candidato coordinatore, il suo programma e un listino collegato: insomma, An al suo interno ha scelto il proporzionale. Il risultato di questa fase porterà a un presidente più forte e al tempo stesso i capi regionali con più spazio, a pagare saranno i cosiddetti colonnelli. Ma cosa dirà il presidente di An oggi? Chi gli è molto vicino giura che la relazione sarà a 360 gradi, toccando tutti i temi più rilevanti. Dalle difficoltà del governo alla federazione della Cdl. Ci sarà anche un forte richiamo alla storia del Msi visto che proprio in questi giorni si celebra il sessantesimo anniversario della sua fondazione. Ne rivendicherà la continuità storica ma con una netta divisione tra la storia, appunto, e la politica. Non è un caso, infatti, che in occasione del decennale di Alleanza nazionale, all'inizio sempre dell'anno scorso, n

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