Il dibattito sul partito dei moderati
«Il grande centro siamo noi, sono politicamente ingenui quelli che pensano di ereditare Forza Italia» ha detto il coordinatore nazionale azzurro, Sandro Bondi sottolineando che «la prima sfida di Forza Italia è salvaguardare il bipolarismo, non c'è spazio per il centro il partito moderato siamo noi». Non la pensa così però il leader dell'Udeur e ministro della Giustizia Clemente Mastella che tende la mano ai centristi dell'opposizione. E ieri Mastella ha incontrato Marco Follini per definire iniziative comuni di Udeur e Italia di Mezzo in vista delle amministrative di primavere a delle europee del 2009. Puntiamo su azioni capaci di rafforzate i partiti «centristi» hanno detto lasciando trapelare che promuoveranno insieme tre convegni tra gennaio e febbraio, a Palermo, Napoli e Brescia. Il significato di questa iniziativa è stato spiegato dal capogruppo dell'Udeur Mauro Fabris: «L'intesa tra il ministro Clemente Mastella e Marco Follini e la federazione con i movimenti democristiani di Sandri, Fiori e Pizza sono fatti concreti per rafforzare il centro politico italiano». E poi: «Mentre altri vagano alla ricerca di una propria primazia e di un proprio protagonismo, personalità come Mastella e Follini dimostrano di essere capaci anteporre il disegno politico della ricostruzione del centro a qualsiasi velleità di protagonismo personale», conclude il parlamentare del Campanile. E al grande centro continua a guardare anche Pier Ferdinando Casini. «L'Udc deve dialogare con i moderati, con i quali gli altri amici del centrodestra non riescono a dialogare» ha detto il leader dell'Udc all'assemblea regionale del suo partito. Casini rilancia il progetto della federazione dei moderati. Obiettivo: raccogliere voti anche tra chi ha votato centrosinistra ed è contro gli estremismi che stanno soffocando il governo. Casini poi si rivolge indirettamente a Berlusconi e agli altri leader della Cdl. «Chi non capito oggi la mia strategia, la capirà domani». Il leader dell'Udc affronta anche la questione morale sostenendo che è un errore lasciare il suo monopolio alla sinistra, che anzi su questo tema dovrebbe «fare centomila girotondi contro se stessa».