I Pacs fanno scoppiare Unione e Cdl
I maggiori partiti di Unione e Cdl, Democratici di sinistra e Forza Italia, cercano di gettare acqua sul fuoco delle polemiche, ma il dibattito all'interno dei Poli non si ferma. Anzi, le distanze fra cattolici e laici sembrano aumentare notevolmente, tanto da fare intravedere schieramenti trasversali. Nella maggioranza, Piero Fassino ha lanciato un appello affinché si eviti di «affrontare i temi eticamente sensibili con strumentalità». È sbagliato, ha aggiunto il segretario Ds, dire che «sia più facile o difficile affrontarli a seconda che si faccia o no il partito democratico». Per il leader della Quercia, in questo dibattito si ha il «dovere di dare delle risposte facendo delle buone leggi». Ma i cattolici del centrosinistra, i teodem, minacciano — neanche tanto velatamente — i laici come Enrico Boselli (Sdi) e Franco Giordano (Pdci) di far valere i loro voti in aula. In un comunicato congiunto, Emanuela Baio Dossi, Dorina Bianchi, Paola Binetti, Luigi Bobba, Marco Calcaro, Enzo Carra e Luigi Lusi consigliano agli alleati una rilettura sia del programma di governo, sia dei numeri visto che «una legge non passa senza una maggioranza in Parlamento». Ma Boselli non cambia rotta. Dopo aver denunciato la «cecità dogmatica» del cardinal Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, il leader dei socialisti ha chiesto il rispetto del programma elettorale, sottolineando che sulle unioni civili la Cdl rischia di apparire «più avanzata e liberale» del centrosinistra. Sulla stessa lunghezza d'onda il leader dei comunisti italiani: «Siamo per il riconoscimento dei Pacs e per non ridurre il peso e la portata dei diritti civili», ha confermato Giordano. Spaccature simili nel centrodestra. Dopo l'apertura di Silvio Berlusconi, che ai suoi parlamentari ha lasciato «libertà di coscienza», il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini ha ribadito la sua contrarietà ai Pacs. «In Italia non ce n'è bisogno, basta allargare i diritti soggettivi», ha detto l'ex presidente della Camera, proponendo «nuove convergenze» parlamentari «per evitare la deriva della famiglia». Per una volta schierato con Casini, infine, il leader della Lega Umberto Bossi. «Di famiglia il nostro popolo ne conosce una soltanto, ed è quella che si vede nel presepe», ha detto il Senatur.