Berlusconi nuovi accertamenti negli Usa
Nessuno crede alla notizia che lui stesso aveva così tranquillamente diffuso: «Devo andare negli Stati Uniti - aveva detto, aggiungendo poi faccio anche una tappa a New York, a trovare mia figlia. Una cosa tranquilla dunque con in più qualche acquisto per il Natale». Invece si è poi immediatamente parlato di un ulteriore controllo cardiologico per decidere o no di installare un pacemaker per il suo cuore affaticato. Ma dovrebbe essere un controllo tranquillo, senza problemi, dopo il malore dei giorni scorsi a Montecatini dovuto al sovraffaticamento. Non tutti ovviamente hanno accettato le parole del capo dell'opposizione pensando immediatamente qualcosa di molto più importante. Si è subito pensato ad un controllo cardiologico a Manhattan dove l'ex premier è stato visitato in passato. Il problema è che nei giorni scorsi il Cavaliere è già stato visitato dal professor Auricchio all'Ars medica di Lugano dove ha eseguito tutta una serie di controlli lunghissimi e molto accurati. I cardiologi, è bene dirlo, in casi di questo genere preferiscono dare un concreto aiuto al cuore di un individuo anche in ottime condizioni fisiche, con un pace maker, specialmente quando l'età ha superato i settanta anni. Ma dove fare questo intervento di routine, ma sempre di grande responsabilità? Si è subito pensato a Houston nel Texas lo Stato del suo amico George Bush dove c'è un gran centro cardiologico in collegamento con l'Ars Medica, ma c'è chi ha fatto notare che probabilmente Berlusconi vorrà sentire un'altra campana. Alcuni nello staff dell'ex premier avrebbero fatto filtrare questa sua battuta: «Proprio ora che lo cose stanno andando benissimo c'è qualcuno che vuole accreditarmi come un leader malato». C'è da aggiungere che, la necessità di un pacemaker sarebbe considerata necessaria non solo dal medico personale del Cavaliere, il professor Alberto Zangrillo. Inoltre si deve registrare un'altra battuta forse berlusconiana: «Un pace maker è come un sigaro non si nega a nessuno». Alla fine è uscito fuori, dopo un consulto tra i cardiologi riuniti a Roma al congresso della società italiana di cardiologia il nome del dottor Andrea Natali del centro di Cleveland specialista in pace maker. Contattato immediatamente dall'ufficio stampa del congresso il dottor Natali, che si è laureato a Roma all'Università cattolica del Sacro Cuore avrebbe risposto con un secco «No comment» che da molti viene interpretato come una ammissione di un intervento. Il prof. Franco Romeo direttore della cattedra di cardiologia dell'Università di Tor Vergata ha tenuto a sottolineare che un pace maker non modifica sostanzialmente la qualità di vita. «Mi è stata chiesto recentemente il parere su di un paziente che vuole continuare a svolgere attività sportiva con un pace maker» ha ricordato. Perché si inserisce il pace maker? «Premesso che non posso parlare in relazione alla eventuale patologia dell'onorevole Berlusconi, in linea generale ricordo che le malattia cardiovascolari possono determinare un battito cardiaco lento o irregolare che può provocare: senso di vertigine, svenimenti, facile affaticamento, mancanza di respiro, confusione mentale. In questi casi l'impianto di un pace-maker risolve questi disturbi, permettendo di tornare ad una vita normale. Il pace-maker è un piccolo apparecchio elettronico che è inserito, sotto pelle, nel corpo del paziente mediante un'incisione di pochi centimetri ed è collegato al cuore mediante uno o due conduttori elettrici particolari e interviene in aiuto del cuore, quando questo batte troppo lentamente.