«Mi assumo la responsabilità di tutti gli errori»
Lo scrive ma non lo legge. Eppure era il «mea culpa» era uno dei passaggi dell'intervento del ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, ieri in Senato per illustrare la Finanziaria, che pare per ragioni di tempo è rimasto solo sulla carta. «Quanto alle incongruenze e agli errori - ha detto il ministro parlando della manovra - è giusto che la responsabilità di tutto ricada alla fine sul ministro, anche per le cose materialmente non viste o controllate da lui. Controllare tutti i dettagli di una manovra di centinaia di norme rivedute ancora da cima a fondo in commissione e al ministero nei giorni scorsi, e rimessa a punto dagli uffici in poche ore e in nottate insonni, sarebbe impossibile. È giusto e doveroso che il ministro si assuma la responsabilità di tutto. Ma è giusto che la manovra sia giudicata innanzitutto nelle sue linee portanti, sulla base di fatti incontrovertibili, in relazione con i suoi obiettivi di fondo». Padoa-Schioppa parla di una «finanziaria 2007 che risana i conti pubblici, ridistribuisce in modo più equo la ricchezza e dà una spinta all'economia, consentendo di guardare con maggiore fiducia al futuro. Chi in Parlamento, nelle stanze dalla politica, ma anche nelle piazze, sui giornali e alla tv, in queste settimane l'ha criticata o ne ha taciuto le motivazioni di fondo, non ha capito o ha fatto finta di non capire che solo così l'Italia può «evitare il collasso». È un Padoa-Schioppa come sempre pacato, fiero e deciso a togliersi tutti i sassolini accumulati nelle scarpe in questi mesi di gestazione della manovra, quello che difende la «sua» legge Finanziaria, replicando nell'aula del Senato. Con questa Finanziaria, spiega Padoa-Schioppa «l'obiettivo di risanare i conti viene raggiunto, evitando il collasso finanziario del Paese». Come? Con «una manovra in massima parte strutturale» che, in un colpo solo garantisce «un avanzo primario che già nel 2007 raggiungerà il 2%» e che riporta «sotto il 3% il disavanzo». Ma nella manovra da 35,4 miliardi, c'è anche sviluppo, equità, taglio delle spese improduttive. E - aggiunge - «è falso» che si siano aumentate le tasse, si combatte invece l'evasione. «Questa Finanziaria - spiega - attua un contenimento della spesa corrente che ha pochi precedenti nel passato»: come se si fermasse «un treno in corsa, operando sul motore e non solo sul freno». Figure «poetiche» e citazioni letterarie si sono sprecate nel discorso del ministro: da Esopo a Conrad passando per Hemingway. Ha fatto riferimento alla favola della cicala e la formica per spiegare l'errore del precedente governo nel ridurre l'avanzo primario.Per descrivere il difficile iter dell finanziaria il riferimento è ai libri di Conrad, «dopo il tifone la nave di Conrad vede il porto». E infine: «In più momenti ho temuto che si avverasse la sorte del vecchio pescatore di Hemingway, il rischio di giungere a riva con la sola lisca nuda dal pesce tanto faticosamente arpionato».