Si pagheranno 104 euro
Gentiloni ci regala l'aumento del canone RaiMaurizio Gasparri (An): «Così il centrosinistra ha introdotto la centounesima tassa»
«Il canone, che per tre anni è rimasto fermo a euro 99,60, viene in questo modo allineato al tasso di inflazione maturato, così come previsto dall'articolo 47 del testo unico sulla televisione», spiega il Ministero. L'aumento di 4,4 euro del canone, che passa dai 99,6 del 2006 ai 104 del 2007, dovrebbe rappresentare in totale un introito maggiore per la Rai di circa 70 milioni di euro. Sono infatti circa 16 milioni le famiglie italiane che pagano l'abbonamento radiotelevisivo a fronte dei 21 milioni di quelle proprietarie di un apparecchio televisivo, con una larga quota quindi di evasione pari a 5 milioni di famiglie. In tutto nel 2005 il canone ha portato alla Rai 1483 milioni di euro. La maggiore cifra che entra nelle tasche della Rai è quindi lontana da quella che nei mesi scorsi Viale Mazzini aveva calcolato come necessaria a finanziare tutti i programmi di servizio pubblico, sulla base della contabilità separata tra le entrate da canone che andrebbero a finanziare i programmi di servizio pubblico e quelle da pubblicità, secondo quanto stabilito dal vecchio contratto di servizio. La Rai in quella occasione aveva denunciato uno «sbilancio» di 221 milioni di euro che quindi poteva essere sanato con un ipotetico aumento del canone pari a 15 euro. «È una conferma - ha dichiarato il Ministro Gentiloni - delle risorse a disposizione della Rai, con un recupero doveroso dell'inflazione. Mi attendo che le risorse del canone vengano investite per assicurare al servizio pubblico quelle caratteristiche di pluralismo e qualità definite anche dal recente contratto di servizio tra Rai e Ministero delle Comunicazioni. Il cittadino che paga il canone ha concluso il ministro Gentiloni ha il diritto di essere esigente nei confronti del servizio pubblico». Pronte le repliche. «Con la Destra al governo - ha dichiarato Maurizio Gasparri di An - il canone Rai è rimasto fermo senza aumenti per anni e la Rai è passata da un bilancio in passivo a un bilancio in attivo. La sinistra al governo punta alla centounesima tassa per gli italiani sotto forma di aumento del canone». Una scelta, che l'ex ministro delle Comunicazioni reputa «vergognosa perchè il servizio pubblico si difende e si rilancia tagliando gli sprechi e non scaricando sui cittadini i compensi milionari delle star della tv. Il Governo vuole ridurre la pubblicità e raddoppiare il canone». Per il vicepresidente dei deputati di Forza Italia, Paolo Romani, componente della commissione di Vigilanza Rai: «Con l'aumento del canone Rai arriva l'ennesima tassa del governo Prodi. Nella decisione del Governo non solo c'è il danno, ma anche la beffa: milioni di italiani di centrodestra saranno obbligati a finanziare con più soldi una Rai sempre più asservita a questa maggioranza». A Viale Mazzini circola una moderata soddisfazione perchè «il provvedimento sul canone riprende l'adeguamento al tasso d'inflazione - fanno notare nel palazzo - che non era stato riconosciuto alla Rai per i due anni passati, ed è da considerarsi anche in relazione ai consistenti impegni fissati nel nuovo Contratto di servizio, che indicano la necessità di interventi innovativi e di investimenti per il rilancio del servizio pubblico». Il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Mario Landolfi spera invece «che a fronte del forte aumento del canone imposto dal ministro Gentiloni, la Rai si senta particolarmente richiamata al rispetto dei contribuenti attraverso la valorizzazione di un effettivo pluralismo nell'informazione e nella programmazione radiotelevisiva».