Asse Lega-An, oggi tocca al Ppe: la politica va a Strasburgo
Fini e Berlusconi che parlano di Fed e dell'approdo nel Ppe della destra italiana. Ed infine l'incontro del Partito Popolare Europeo a Strasburgo dove ci sarà il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini ma non Berlusocni che pure era previsto. La politica italiana sta giocando le sue carte sul tavolo europeo. Così l'Europa si trasforma in un grande laboratorio dove mettere in piedi alleanze e strategie poi da trasferire in Italia. Quindi i fili, per adesso, si tirano da Strasburgo e chissà che anche tra Casini e forzisti non arrivino sorprese. Intanto chi ha deciso di calare le sue carte è stata la Lega che rompendo gli indugi ha deciso di entrare a far parte del gruppo Uen. Scelta non da poco se si considera che è il gruppo a cui fa riferimento An insieme ai partiti nazionalisti presenti nell'Europarlamento. Un passo che è probabilmente il primo verso quella federazione del centrodestra che Berlusconi, Bossi e Fini stanno mettendo su. Ma anche «la logica conseguenza dei due milioni di persone che hanno invaso Roma lo scorso 2 dicembre». Interpreta così Cristiana Muscardini, capogruppo di Uen ed europarlamentare di An, il passaggio della Lega, che non può non rafforzare l'Uen ora quarta forza nel Parlamento europeo. E la capogruppo va oltre: «È indubbio che quello che sta accadendo a Roma abbia dato un'accelerazione all'ingresso della Lega, ma comunque è stato un processo iniziato alcuni mesi fa e conclusosi oggi». Da ora, quindi, Borghezio sotto il braccio di Fini. Coppia che fino a qualche tempo qualcuno paragonava come «il diavolo e all'acqua santa» e che ora camminerà insieme. Ma la Muscardini non si sorprende perché in fin dei conti «la Lega ha voluto e condiviso il passaggio». La ragione? Confluire in un gruppo più rilevante politicamente e soprattutto «aderire ad una visione dell'Europa più accettabile per i leghisti». E chi le ricorda l'euroscetticismo della Lega, l'europarlamentare di An spiega: «La Lega non è mai stata contro l'Europa tout court ma contro un'Europa che regolamenta le etichette della mozzarella e non affronta i temi dell'immigrazione, del lavoro e dell'identità nazionale. È contro questa Europa che i leghisti sono stati sempre contrari ed è per questo che hanno trovato logico aderire al gruppo Europa delle Nazioni». Logico o meno è indubbio che quello fatto dai leghisti in Europa non può non essere un segnale ben preciso lanciato verso i futuri assetti nel centrodestra italiano. Ma non di certo in previsione di uno sbarco nel Ppe di An. «Questo è un argomento non all'ordine del giorno» ribatte secca la Muscardini e riprendendo le parole del suo leader Fini continua: «An ha indicato un percorso che è quello della Federazione del centrodestra. Poi dopo si vedrà. Poi definiremo quelle che sono le prossime tappe. Ma per adesso non è previsto alcun passaggio nel Ppe». Quindi per ora si lavora solo alla Federazione di centrodestra ed i leghisti già hanno messo mano. Ormai per capire il futuro della politica italiana bisogna guardare in Europa.