Parla Angeletti (Uil): «Finanziaria confusa, si cambi rotta»
Questo è quello che si è visto in televisione ma non è andata proprio così». Si mette sulla difensiva Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, ricordando l'incontro già «storico» di Mirafiori, dove insieme ai segretari di Cgil e Cisl, Epifani e Bonanni, è stato contestato dalle tute blu. E allora i Cipputi del terzo millennio hanno fatto sì o no «buuu»? «Il vero problema è che i lavoratori ci hanno posto delle argomentazioni serie, come reddito basso e turni di lavoro pesanti, ma soprattutto avevano aspettative sulla politica economica promessa dal governo che purtroppo sono rimaste deluse». Quindi i fischi erano per il governo di centrosinistra? «Il governo aveva promesso la riduzione del cuneo fiscale e quindi riduzione di tasse sia per le imprese che per i lavoratori dipendenti che invece è evaporata. E poi l'operazione sull'Irpef inconsistente quantitativamente se non per gli assegni famigliari. In più, rispetto a prima, non hanno ricevuto nulla se non l'aumento del bollo, il ticket sanitario e la reale aspettativa di un aumento delle tasse locali. Un saldo decisamente non positivo». E se la sono presa con voi... «Dentro le fabbriche si vota ogni due anni, col sistema proporzionale puro, per il sindacato, quindi andiamo spesso e parliamo con i lavoratori. Era la prima volta, dopo un po' di tempo, che andavano tutti e tre insieme: è ovvio che hanno scaricato su di noi tutte le lamentele. Tre segretari insieme e le telecamere hanno creato un'occasione d'oro». Ma per lavoratori voi non avete nessuna colpa? «L'unica vera accusa è che una parte dei lavoratori pensa che i sindacati siano troppo condizionati dal colore del governo». Siete la stampella di Prodi? «Non siamo la stampella di nessuno. Ci chiedono più autonomia ma noi l'abbiamo, forse dobbiamo dimostrarlo di più. Questo messaggio forse è trapelato poco fino ad oggi e non proprio da tutti...Poi qualche dichiarazione troppo enfatica dei miei colleghi in quell'incontro non ha aiutato...L'evento ha avuto una rappresentazione politica, volevano fischiare il governo e noi eravamo in quel momento gli amici del governo». Dopo i sindacati i fischi li ha presi Prodi. «I politici devono mettere in conto di prendere fischi, loro vengono votati ed è giusto che vengano fischiati quando lo meritano». Come con la Finanziaria? «Le prime mosse di questo governo, come la Finanziara, non hanno certo entusiasmato, anzi hanno deluso gli stessi loro elettori e quindi erano prevedibili le contestazioni». Quindi il governo deve cambiare rotta? «Il governo deve fare delle modifiche, rientra nelle sue responsabilità e nelle sue convenienze». Lei prima della discussione di questa manovra economica mi disse che era fiducioso e che non sarebbe stata di «lacrime e sangue». Oggi come definisce questa Finanziaria? «Confusa, per tutti e a tutti i livelli, senza un chiaro obiettivo di carattere politico ed economico. I lavoratori in realtà sono semplicemente scontenti rispetto alle aspettative di miglioramento che non c'è stato. Troppo grande il gap tra spettative e realtà. Il governo doveva fare una scelta più chiara e più netta. Il tentativo di rispondere a tutte le istanze li ha portati a dare mezze risposte». Migliaia di persone in piazza San Giovanni e i fischi a Prodi: si aspettava una tale contestazione al centrosinistra dopo sei mesi di governo? «No, non mi aspettavo una risposta così veloce e così negativa». Alagna, il tenore dell'Aida alla Scala, ha abbandonato il palco dopo i fischi ed è stato sostituito. Sindacalisti e politici abbandonano? «Io non so se la reazione dell'artista sia stata quella giusta, ma né politici né sindacalisti abbandonano il loro posto. I sindacati hanno un rapporto costante con i lavoratori e non dico che siamo abituati, ma siamo pronti a discutere i problemi costantemente perché quando su dieci ne risolvi nove è quello che resta che continuano a chiederti. Ci hanno contestato pensioni e redditi e ci hanno chiesto di non fare la stampella