E l'Udc si scaglia contro la Federazione
È l'eterna lotta tra Forza Italia e l'Udc di Pier Ferdinando Casini. Lunedì era stato Silvio Berlusconi in persona a lanciare l'idea di una federazione dei partiti di centrodestra. «Passiamo da una coalizione ad una federazione - aveva detto -, questo è il primo passo e penso che tutti i partiti della Cdl siano pronti a farlo». Così ieri, mentre Gianfranco Fini applaudiva al progetto, è arrivato puntuale lo «smarcamento» dell'Udc. «La scelta di far nascere una federazione composta da Forza Italia, Lega e An - è stato il commento del segretario centrista Lorenzo Cesa - è del tutto legittima ma spinge una parte del centrodestra su posizioni di destra e populistiche: la nostra è una strada diversa». «Noi continuiamo ad andare avanti con la schiena dritta - ha proseguito - verso la costruzione di un centro moderato alternativo alla sinistra capace di attirare l'interesse di tutti quei moderati delusi dal governo Prodi». Parole che hanno scatenato l'immediata reazione degli azzurri. Per il portavoce di Silvio Berlusconi Paolo Bonaiuti, Cesa ha preso «un forte abbaglio». «Populisti noi? - si è domanda Bonaiuti - Sono forse populisti due milioni di cittadini venuti da tutta Italia a Roma per quella che è stata una festa civile e serena più che una manifestazione? È forse populista più della metà degli italiani che oggi voterebbero Forza Italia, An e Lega?». «È chiaro che Cesa parla "pro domo sua" - conclude -: in parole povere ha preso un grosso abbaglio. Ma se e quando vorrà entrare nella federazione, sappia che troverà sempre porte aperte e mai critiche pretestuose». Ancora più duro il coordinatore azzurro Sandro Bondi che si rivolge direttamente a Casini. «Dice di essere impegnato a costruire un grande partito di centro che sia moderato, popolare, e che si inserisca nel solco dei valori storici e dei programmi del Partito Popolare Europeo? - è il suo commento - È un progetto sicuramente legittimo, che confligge però con una realtà politica evidente, sconosciuta soltanto a chi non la vuol vedere, e cioè che quel partito esiste già». Il coordinatore di Forza Italia ironizza su chi aveva scommesso sulla scomparsa del suo partito alle ultime elezioni, e a chi ha preso questo «abbaglio» ricorda che Fi «rappresenta saldamente la maggioranza dei moderati». Stigmatizzati «i distinguo strumentali e le fumisterie che ricordano i riti bizantini della vecchia politica», Bondi rilancia: «La strada maestra per la riscossa dei moderati è la Federazione del centrodestra che stiamo costruendo e che non è frutto di una visione padronale della politica, ma lo sbocco unitario richiesto da una urgente necessità storica». A Casini Bondi chiede «solo una doverosa riflessione sulla responsabilità che si assumerebbe nel continuare a dividere l'opposizione nel momento in cui c'è invece bisogno del massimo di unità», lavorando «inutilmente alla costruzione di un grande centro fra i due poli che non è nelle cose e che è fuori dalla storia». Non si lascia attendere la controreplica dell'Udc. «Se Bondi vuole incrociare un pò di populismo - incalza il vicepresidente dei deputati centristi Maurizio Ronconi - è sufficiente che vada a rivedere le dichiarazioni di autorevoli esponenti di An e Lega sulla drammatica strage di Erba».