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Baghdad: nuova strage di sciiti con 70 morti

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Nel centro di Tayaran un kamikaze si è fatto esplodere con due autobomba, oltre 150 i feriti

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Per il devastante attentato sono stati utilizzati 120 kg di esplosivo. La carneficina è avvenuta alle sette del mattino, ora locale (le cinque in Italia). A quell'ora la piazza era affollata, come ogni mattina, da persone in cerca di un lavoro ad ore: muratori, uomini e donne delle pulizie, idraulici. In mezzo a questa folla - secondo una prima versione dei fatti - si è fatto avanti un attentatore suicida, a bordo di una camionetta. Il kamikaze ha fatto finta di offrire lavoro e attorno a lui la gente si è accalcata «come api attorno al miele», ha riferito un testimone. Poi l'esplosione devastante. Seguita, quasi simultaneamente da un'altra detonazione. Altri sopravvissuti hanno raccontano una differente dinamica dei fatti. «All'inizio - ha riferito Khaled Nasser, un uomo sciita presente nella piazza all'Afp - vi è stato uno scontro tra una Bmw e un'auto della polizia. La polizia ha aperto il fuoco e la vettura è esplosa». A questo punto - sempre secondo la sua testimonianza - la gente è fuggita e si è raccolta vicino ad un palazzo: qui è arrivata una seconda camionetta, con a bordo un kamikaze che si è fatto saltare in aria. La scena che si è presentata ai primi soccorritori, subito dopo l'attentato, è stata agghiacciante: cadaveri uno sull'altro, sangue, brandelli umani, grida di dolore dei feriti. Decine di morti sono stati trasportati all'obitorio dell'ospedale Kindi, mentre si cercava di dare un primo aiuto alla moltitudine di mutilati e feriti, tra cui alcuni in condizioni gravissime. È il quarto attentato che avviene dall'inizio dell'anno nella piazza: l'obiettivo colpisce sempre i lavoratori giornalieri sciiti. Baghdad è purtroppo abituata a attentati così sanguinosi: il 23 novembre scorso, diverse autobomba erano esplose nel quartiere sciita di Sadr City, provocando la morte di 205 persone. Il presidente del parlamento iracheno, Mahmoud Mashadani, ha chiesto ai gruppi armati che stanno terrorizzando l'Iraq di aderire ad una tregua della durata di due mesi in modo da aprire un canale di dialogo con il governo di Baghdad. Nel corso della seduta odierna del parlamento, l'esponente sunnita ha affermato che «tutti gli iracheni devono smetterla di giocare la carta della sicurezza per esercitare pressioni politiche: i gruppi armati ed i miliziani che sono dietro queste stragi devono fermare le loro attività che colpiscono i civili e aderire ad una tregua per dialogare col governo e arrestare questo fiume di sangue». Al-Mashadani ha condannato i recenti attentati che hanno colpito l'Iraq sottolineando come siano contrari ai principi della religione islamica. Un'altra bomba è poi esplosa ieri nella famosa moschea della Cupola d'Oro di Samarra. Ne ha dato notizia il comando americano in Iraq. Fu proprio un attentato alla stessa moschea sciita che, nel febbraio scorso, diede in inizio alla catena di scontri settari che ha insanguinato l'Iraq negli ultimi mesi. Sempre ieri, un cineoperatore iracheno dell'Associated Press Television Network, Aswan Ahmed Lutfallah, è stato ucciso a Mosul da un proiettile vagante, in circostanze ancora non chiare. Lo ha riferito la stessa Associated Press. Aswan, 33 anni, lascia una moglie e due figli piccoli. È il quarto giornalista ucciso a Mosul, 370 chilometri a nord di Baghdad, negli ultimi due mesi. Sono almeno 132 i giornalisti, per lo più iracheni, che hanno perso la vita dall'inizio della guerra in Iraq nel 2003, secondo dati di «Giornalisti senza frontiere».

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