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Le cedole delle aziende partecipate

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Due miliardi e mezzo versati dalle spa, il 5% andrà ai precari

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L'azionista Stato, quest'anno, ha infatti incassato assegni per circa 2,25 miliardi di euro in virtù delle sue quote nel capitale di Enel, Eni, Finmeccanica e Poste Italiane. Nonchè per quella in Cassa Depositi e Prestiti. La cedola più cospicua è arrivata dall'Eni: il gruppo petrolifero ha infatti distribuito ai propri azionisti una cedola, a far conto sull'esercizio 2005, di 1,1 euro ad azione che per via XX Settembre si è tradotto in un maxi-assegno da novecento milioni di euro a fronte di una quota del 20,3 per cento detenuta nel capitale del «cane a sei zampe». Altri cinquecentonovantatre milioni di euro sono arrivati, invece, dai dividendi Enel a fronte del 21,8 per cento di quota ancora detenuta direttamente dal Ministero dell'Economia nella società elettrica. Al terzo posto, tra le cedole più ricche incassate dal Tesoro quest'anno, c'è poi quella relativa a Cassa Depositi e Prestiti che quest'anno, in virtù di una quota di circa il settanta per cento, ha visto Cdp staccare un assegno di circa cinquecentosessanta milioni. Tra gli atri dividendi incassati quest'anno, che portano l'ammontare complessivo intorno ai 2,25 miliardi di euro, ci sono poi le cedole distribuite da Poste Italiane (circa cento milioni di euro) e Finmeccanica (settanta milioni di euro). La norma «salva precari» è stata riformulata in un emendamento del Governo ma non indica il numero dei precari che verrebbero regolarizzati, e nemmeno l' importo finale che alimenterà il fondo. Ma la copertura è scritta con precisione millimetrica, con riferimento ai risparmi sugli interessi che deriveranno dai conti dormienti e dai dividendi delle società pubbliche come appunto Enel e Eni.

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