Il centrista al contrattacco
«Berlusconi senza l'Udc non va da nessuna parte», è l'avvertimento minaccioso di Casini al Cavaliere. Parole a cui il leader di Forza Italia preferisce non replicare, restando fedele alla linea di non alimentare le polemiche nel centrodestra: «Non parlo nemmeno sotto tortura», risponde intercettato dai cronisti fuori da Palazzo Grazioli. Casini affida al "Corsera" le sue staffilate all'indirizzo degli altri partner della coalizione. Le parole più dure sono riservate al leader di Fi. «Berlusconi senza l'Udc non va da nessuna parte e se fossimo irrilevanti il giornale di suo fratello non sprecherebbe le prime pagine per attaccarci», spiega il centrista. Secondo Casini, da parte di Berlusconi «l'assalto c'è già: non sono meravigliato nè preoccupato. Sono dispiaciuto, questo sì. Io sono diverso, non farò giochetti e ripicche, magari come mi sollecita qualcuno sulla legge Gentiloni». Per quanto riguarda Bossi, l'ex presidente della Camera sottolinea di non avere mai molto a che spartire con lui. Più morbida, invece, la posizione nei confronti di Fini, anche se l'esponente Udc non nasconde il suo dispiacere per la frase del leader di An («parlo di cose serie non di Casini»): «Mi è dispiaciuto però capisco che faccia il suo gioco. Non ce l'ha con me, vuole sono uscire dall'angolo». Ad ogni modo, il centrista sottolinea di non pensare a nuovi strappi per le amministrative.