Trasferimenti di imprese
Notai, no a maggiori tasse sul passaggio di beni familiari
«I maggori vincoli introdotti dagli emendamenti presentati al Senato sono fortemente penalizzanti per le imprese italiane» spiegano in una nota congiunta il Consiglio Nazionale del Notariato l'Asla, l'Associazione studi legali associati, e l'Aidaf, l'Associazione delle aziende familiari. Per Gian Vittorio Cafagno, coordinatore della Commissione legislativa del Consiglio nazionale del notariato (Cnn): «Il patto di famiglia è stato un ottimo istituto introdotto recentemente nel nostro ordinamento al fine di favorire il passaggio generazionale delle imprese. Il decreto fiscale diventato legge lo scorso 28 novembre lo ha però fortemente penalizzato, sottoponendolo, insieme ai vincoli di destinazione, a una tassazione molto elevata». Sulla stessa linea critica anche Gioacchino Attanzio, direttore dell'Aiaf, «un altro aspetto che deve essere rivisto è la condizione, a cui viene subordinata la detassazione per i trasferimenti di azienda, che obbliga il beneficiario a mantenere il possesso dell'azienda per almeno 5 anni. Si tratta a nostro parere di un vincolo eccessivamente restrittivo per un bene, l'impresa, che, in un contesto di grande competitività, deve poter essere dinamico». Infine Giovanni Lega, segretario generale dell'Asla che, esprime ala speranza che il Governo non emani dei provvedimenti che non siano sintonici con l'impresa che deve competere in una economia globale, dimenticandosi di coordinare dei principi fondamentali, magari correttamente previsti dalla legge ordinaria, con una serie di passaggi. E' questo il caso della mancata considerazione delle liquidazioni dei legittimari e dei soggetti non assegnatari dell'azienda e/o dei vincoli posti ad un possesso che, se previsto in un ambito immobiliare a favore di agevolazioni fiscali, non può essere analogicamente riportato in un contesto come quello dell'impresa che non è statico bensì per definizione estremamente dinamico».