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Ritirato l'emendamento

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sui canoni di locazione Via l'imposta fissa al 20%

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Il dietrofront stavolta arriva sul capitolo «canoni di locazione». È lo stesso Gianfranco Morgando, relatore dell'emendamento che prevedeva dal 2008 la possibile introduzione dell'aliquota unica del 20% sugli affitti, a ritirarlo lasciando aperta la strada dell'inserimento nel ddl di delega che riformerà le rendite finanziarie. Strada confermata in serata dal sottosegretario all'Economia, Alfiero Grandi. Del resto, lo sgravio sarebbe costato oltre 1 miliardo dal 2008. «Nessun rinvio sine die - ha spiegato Grandi - Sull'arrivo della cedolare secca del 20% sugli affitti c'è accordo ma bisognava evitare un esercizio frettoloso e magari approssimativo. La norma arriverà con il ddl delega, cioè con il primo treno utile di carattere normativo». Due i nodi che Grandi mette in risalto: «Da un lato la misura investe un ordine di grandezza di oltre 1 miliardo di euro, dall'altro è una norma anche difficile, macchinosa». Così è stato deciso di inserirlo nel ddl delega, che prevede anche l'arrivo dell'aliquota unica del 20% sulle rendite finanziarie. Secondo Grandi la norma si deve autofinanziare e per questo sarà accompagnata da misure che devono far emergere «con certezza» il sommerso. Intanto, il traguardo di martedì, quando la manovra approderà all'aula di Palazzo Madama, è vicino. E anche il confronto politico diventa più stringente. La commissione Finanze ieri ha comunque dato l'ok a importanti emendamenti. Tra le novità più importanti c'è il via libera alle successioni, che non ha ottenuto il voto dell'opposizione. I passaggi di aziende di padre in figlio, o tra nonno e nipoti, anche se si tratta di donazioni, saranno esentati dal pagamento delle imposte. L'erede dovrà però proseguire il lavoro in azienda per almeno 5 anni, altrimenti dovrà pagare retroattivamente. Arriva poi una soglia di esenzione di 1,5 milioni per gli eredi disabili e di 100.000 euro per i fratelli. Mentre è saltata la norma sui conviventi. Hanno invece ottenuto già il via libera le norme sui trust (società fittizie a cui vengono intestati i beni personali per evitare il pagamento delle tasse) che prevedono la tassabilità per queste fiduciarie usate spesso per aggirare il fisco. Semaforo verde anche per le norme sui giochi. La finanziaria darà l'addio al Totip che sarà sostituito a metà del prossimo anno da un nuovo gioco con premi più alti, visto che il 50% degli introiti sarà destinato al pagamento delle vincite. Si potrà poi scommettere su gare virtuali (create dal computer) e su eventi minori (come competizioni tra slitte o di levrieri). Cambiano anche alcune norme penali: è stata cancellata la norma che prevedeva i sequestri di beni per il reato di abuso d'ufficio (corruzione, concussione, malversazione e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato). Arriva anche una lista di «categorie» che potrà essere esentata dal pagare le parcelle dei professionisti con il bancomat, le carte di credito e gli assegni, cioè con modalità che consentono la «tracciabilità fiscale». In pratica gli anziani potrebbero essere esentati dai pagamenti con modalità elettroniche. Novità anche dal punto di vista degli incassi per gli Enti locali. I comuni riceveranno direttamente sui propri conti correnti, attraverso il modulo F24, il versamento delle addizionali Irpef. In precedenza infatti, le addizionali confluivano in un Fondo presso il ministero dell'Interno che provvedeva a ripartire le somme in base a criteri statistici.

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