Le stime Ocse
Sono queste le indicazioni che emergono dalla lettura del superindice Ocse per il mese di ottobre, che segnala un nuovo miglioramento per il dato dell'area nel suo insieme, il cui indicatore passa a 109,7 punti dai 109,5 di settembre, ma mostra preoccupanti segnali di flessione per l'Italia. L'indice del nostro Paese, infatti, è sceso di 0,1 punti ad ottobre, passando da quota 96,6 a 96,5, mettendo così a segno la quinta flessione consecutiva. Il picco massimo del 2006 è stato raggiunto a giugno, quando l'indicatore si è attestato a 97,6 punti, prima di entrare nel trend ribassista. Il dato è significativo, visto che il superindice dell'Ocse mira ad identificare possibili inversioni di tendenza del ciclo economico e potrebbe quindi far pensare a una frenata, o ancor peggio a una flessione, dell'economia nazionale nel prossimo futuro. Anche l'indice su base semestrale, che secondo l'Ocse «è meno volatile e fornisce segnali più chiari e tempestivi di future svolte del ciclo rispetto all'indice mensile», segna ad ottobre un calo dello 0,9%, dopo il -0,6% di settembre e il -0,5% di agosto. A peggiorare la situazione, il confronto con gli altri Paesi osservati dall'Ocse: fra i «big» europei, infatti, l'Italia è l'unica a mostrare segnali negativi. Ad ottobre è la Germania a segnare il balzo in avanti maggiore, con un +0,7 punti a quota 114,9, ma bene hanno fatto anche la Francia (+0,3 a 108,6), la Gran Bretagna (+0,2 a 102) e l'Europa nel suo complesso (+0,3 a 108,8). Uscendo dal Vecchio Continente, l'indice degli Usa è salito di 0,1 punti a quota 107,7, mentre quello giapponese è cresciuto da 100,6 a 100,8 punti. Sui valori dei Paesi del G7, spiega l'Ocse, pesano negativamente gli spread sui tassi di interesse, mentre la fiducia dei consumatori influisce in modo positivo nell'area dell'euro. Per quanto riguarda invece gli Stati che non fanno parte dell'organizzazione parigina, la Russia potrebbe dover fronteggiare un indebolimento dell'economia, mentre Cina e India sono attese ad una nuova crescita, anche se più moderata che in passato, con il Brasile che potrebbe invece vivere un mini-boom economico, come testimoniato dal passaggio dell'indice mensile da 131,9 a 133,8 punti e di quello semestrale da +7,9% a +9,2%, quest'ultimo in rialzo da sei mesi consecutivi. Tutti segnali che, secondo gli esperti, fanno pensare ad un miglioramento delle condizioni economiche delle principali economie mondiali, in un contesto in cui però l'Italia rischia di rimanere al palo.