Via libera della Giunta per le elezioni Controlli sulle bianche, nulle e contestate
La Giunta per le elezioni di Palazzo Madama ha infatti deciso a stragrande maggioranza di scrutinare nuovamente le schede nulle, bianche e contestate di sette regioni: Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia e Toscana. Ma la Giunta ha inoltre deciso di ricontare anche un campione di schede valide, concentrandosi sulle sezione «sospette»: quelle dove è sparito il verbale o dove c'erano rappresentanti di lista di una sola coalizione. Se i dati mostrassero uno scostamento significativo rispetto ai risultati ufficiali, si estenderà il riconteggio alle altre regioni e alla circoscrizione estero. La giunta sarà impegnata a riesaminare circa 700 mila schede: per la precisione 292 mila bianche e 395mila nulle, alle quali si aggiungono 250 schede contestate. Il plauso all'iniziativa è stato bipartisan (solo l'ulivista Manzione ha votato contro) e ha unito i due schieramenti nel giudizio positivo. Silvio Berlusconi ha definito il voto della Giunta «un primo passo positivo», soprattutto per l'unanimità della decisione: ma insiste per ricontare tutte le schede delle elezioni di aprile, e non solo le nulle e le bianche. Plaude anche l'ex ministro dell'Interno Beppe Pisanu, colui che tenne le redini dell'organizzazione elettorale dell'ultima consultazione. A suo giudizio la Giunta ha preso «una decisione quanto meno opportuna, perché rivedendo le schede, seppure con un campionamento, si avrà modo di fugare qualsiasi dubbio». Del resto, anche Giuliano Amato, suo successore al Viminale, è convinto che si tratti di un'iniziativa «utile». Per il capogruppo di An Altero Matteoli, il via libera al riconteggio delle schede rappresenta «una vittoria della democrazia e del Parlamento». Ma non mancano gli scettici, come il leader della Lega Umberto Bossi («Il lavoro della Giunta non approderà a nulla») o il socialista Giovanni Crema, che prevede un lavoro di «alcuni anni, se non l'intera legislatura». Giudizio opposto, invece, arriva da Roberto Calderoli, vice presidente del Senato e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord Padania. «Ben vengano i controlli sulle schede bianche nulle deliberate dalla Giunta per le elezioni, ma tutto si concluderà con un esercizio accademico perché chi doveva agire, lo ha fatto già il 10 aprile e, forse,l'unica verifica utile, ammesso che lo possa essere,sarebbe quella di tutte le schede elettorali». Ognuno dei Poli spera comunque di trovare conferme alle sue tesi sul voto di aprile. Il centrodestra ritiene che il voto sia stato alterato dai sostenitori dell'Unione, che invece, specie dopo il film di Deaglio sul sospetto aumento delle schede bianche, vuole veder chiaro su quello che accadde al Viminale. Lo scontro, dunque, si riproporrà nella Giunta, come già dimostrano alcune reazioni «muscolari»: il capogruppo di Forza Italia Renato Schifani chiede di «fare piena chiarezza sul voto di aprile», mentre Anna Finocchiaro assicura che «il centrosinistra non ha minimamente paura». La votazione, come racconta il presidente dei senatori del Prc Russo Spena, ha visto la maggioranza far confluire i suoi dodici voti sulla proposta della Cdl, sostenuta da dieci senatori. «Eravamo di più noi — spiega — potevamo respingerla, invece l'abbiamo approvata, e questo dimostra come siano infondate le polemiche sui brogli alimentate da Berlusconi». Nel frattempo Antonio Tajani, capogruppo azzurro al Parlamento europeo, auspica che la Procura di Roma vada avanti nel suo lavoro, «perché alla fine si vedrà che ci sono state tante irregolarità da falsare il risultato elettorale». E la richiesta di riconteggio arriva anche alla Camera: a proporla è il capogruppo di FI nella giunta della Camera Gregorio Fontana.