L'analisi di Castagnetti, Boselli e Diliberto sulla Finanziaria
Mea culpa degli alleati: «Siamo incapaci di comunicare»
A riconoscere alla Cdl di aver organizzato una manifestazione «importante» altri tre esponenti del centrosinistra (che si sono assocciati al coro dei tutti gli altri) durante la registrazione di Porta a Porta che è andata in onda ieri sera su Raiuno. Pierluigi Castagnetti (Dl), Enrico Boselli (Sdi) e Oliverio Diliberto (Pdci) non hanno sminuito la portata della protesta precisando però che se le gente scende in piazza la colpa è del centrosinistra che non ha saputo comunicare la Finanziaria. «Era un popolo vero - ha ammesso Castagnetti - questo è fuori discussione. Ma sapevamo anche quanto sia difficile far comprendere agli italiani un provvedimento di ripresa economica di questo tipo. Purtroppo non ci siamo riusciti». «Io sono tra quelli che non si è sorpreso - ha detto Diliberto - ma oltre alla protesta della Cdl c'è disorientamento anche nel popolo del centrosinistra, ad esempio, per certi annunci sull'aumento dell'età pensionabile». Per Diliberto «la manifestazione di sabato dice tre cose: che la politica in Italia, sia a destra che a sinistra è molto sentita; che Berlusconi rimane inequivocabilmente il capo della destra; che il centrosinistra deve far capire che con la Finanziaria non si aumentano soltanto le tasse, ma che anzi le fasce più deboli non saranno penalizzate e che 250 mila precari verranno stabilizzati». «Guardiamo con grande rispetto a chi ha manifestato perchè è il segno di un disagio nel Paese - ha aggiunto Boselli - credo però che nei prossimi mesi la Finanziaria rivelerà i suoi effetti positivi. Da sabato sono venute fuori due cose - ha spiegato Boselli - che Berlusconi e Forza Italia hanno dimostrato il grande peso che hanno nella vita del Paese, ma anche che il centrodestra si è praticamente diviso, tanto che l'Udc dice sono nate due opposizioni». Sulla «separazione» dell'Udc dalla Cdl è intervenuto anche Castagnetti. «La verità è che nella Cdl s'è aperta la dura guerra per la successione a Berlusconi». «Il dato politico che emerge - ha osservato il dirigente ulivista - è che bisogna chiedersi non dove va Casini da solo ma dove vanno Fini e Berlusconi senza di lui. Credo che il figliol prodigo per tornare a casa si farà pagare un prezzo altissimo. È evidente che giocherà quella partita da una posizione di forza». Castagnetti ha escluso che l'Udc possa avvicinarsi all'Unione: «Non credo che verrà con noi, piuttosto - ha aggiunto - puntano a fare una nuova sintesi».