Gerardo Bianco avverte: «Molti a sinistra sono pronti a dialogare con l'Udc»
Soprattutto da coloro che sono preoccupati per come si sta sviluppando il dibattito politico sul Partito Democratico che suscita grande perplessità. Quanto all'apertura di Mastella all'Udc va bene anche se il leader dell'Udc è stato un po' precipitoso». Gerardo Bianco, ex segretario del Partito Popolare e ora deputato iscritto al gruppo dell'Ulivo è tra coloro che quando sente parlare di ritorno della Balena Bianca, di Grande Centro, sorride. Nessuna operazione nostalgica ma il Dna non mente. Lo strappo di Casini e la mano tesa di Mastella, ci sono i presupposti per mettere la prima pietra di un Grande Centro? «Quello del Grande Centro è come un miraggio, quando si sta per toccarlo sparisce. La questione è diversa. Ci troviamo di fronte a un bipolarismo anomalo e questa analisi trova d'accordo noi e Casini. Siamo in un bipolarismo distorto che poggia sugli estremi. Responsabilità delle forze politiche è di uscire fuori dall'anomalia. C'è innanzitutto da rimettere mano a una legge elettorale sbagliata e creare delle convergenze per evitare che per sciogliere il nodo si debba ricorrere a un altro referendum». Quale modello propone per il nuovo sistema elettorale? «Il modello è quello che appartiene alla linea sostenuta dalla Dc e poi dai Popolari ovvero il sistema alla tedesca per evitare l'eccessiva frammentazione che crea problemi all'organizzazione politica del Paese. Il punto di partenza è questo». Le risulta che ci possano essere gruppi di parlamentari dentro la Margherita pronti a aprire un dialogo con l'Udc di Casini? «Penso di sì, anche se al momento sono sotto traccia. C'è una nutrita corrente di persone che vede con sgomento come si va sviluppando il dibattito politico sul partito democratico. Il problema non è quello di un Grande Centro ma di un coagulo di forze politiche, ecco chiamamolo così, che guidi le riforme elettorali e istituzionali in un colloquio costruttivo con Casini. Gli altri sono più interessati al muro contro muro». Si riferisce a Forza Italia? «La manifestazione di Roma si è ispirata alla logica del facciamo cadere il governo. L'opposizione di Casini è più interessante». Il progetto di Casini secondo lei è alternativo al Partito Democratico? «Non è un'alternativa. È una via d'uscita per evitare che ci sia uno sbocco sbagliato come il Partito Democratico. Penso che siano in molti a guardare con interesse a Casini. L'opposizione responsabile dell'Udc suscita l'interesse di tutto l'Ulivo. Io vedo nell'Udc un'opportunità non una stampella per uscire dall'impasse politico». E l'apertura di Mastella a Casini? Cosa ne pensa? «La vedo positivamente anche se forse Mastella ha precipitato le cose perchè propone alleanze che sono premature perchè siamo ancora in una fase preliminare. C'è una marcia di avvicinamento per capire se ci sono affinità. Mastella ha visto che c'è un'occasione e subito ha corso alle conclusioni». In questo scenario come si colloca Forza Italia? Il partito di Berlusconi si pone come l'unica casa possibile per i moderati. «Forza Italia è una formazione più che un partito e ha il suo perno in Berlusconi. Propone quindi una politica plebiscitaria. Lì la politica è fatta da un leader. Non a caso trova l'accordo di un partito come Alleanza Nazionale che ha puntato sul presidenzialismo. Forza Italia è Berlusconi che va rispettato perchè ha una sua forza ma non è questa la politica in grado di risolvere i problemi del Paese e di questo se ne sono accorti l'Udc. Quello di Casini non è un capriccio, ma è una linea che nasce da una valutazione politica seria, dalla considerazione che con atteggiamenti populisti e affidati al carisma di una sola persona non si va avanti». Che futuro avrà il progetto di Casini? «Se l'Udc è coerente con quello che sta dicendo potremmo entro un paio d'anni correggere il sistema elettorale e alcuni passaggi istituzionali come l'elezione del premier