Centristi in fermento
Publio Fiori, segretario di Rifondazione Dc, plaude all'appello di Pier Ferdinando Casini agli ex democristiani. «È una posizione molto interessante - sottolinea - che coincide con la decisione che il 30 novembre ultimo scorso ci ha portato (Fiori, Pizza, Prandini e Sandri) alla costituzione della Federazione dei democristiani. Non rimane che unificare le due iniziative». «A questo punto - ha proseguito Fiori - è necessario aprire un tavolo anche con tutti gli altri che, da entrambi i poli, sentano l'esigenza di una ricomposizione dell'arcipelago Dc in un soggetto unico che si collochi al centro dello scenario politico senza posizioni subalterne nè da una parte, nè dall'altra. Primo punto all'ordine del giorno di questo tavolo dovrà essere una riforma elettorale che, pur tutelando il principio di governabilità, valorizzi l'identità e l'autonomia dei partiti, ne blocchi l'attuale deriva oligarchico-padronale e restituisca la sovranità ai cittadini». Stesso tono dal segretario della Democrazia Cristiana Gianfranco Rotondi. «Voglio dire a Mastella che sono disponibile sulla legge elettorale proporzionale con preferenze; sabato è nato un forte partito Popolare Europeo con cui Mastella deve aprire un dialogo. Serve in settimana un nuovo patto di Palazzo Giustiniani tra tutti gli eredi della Democrazia Cristiana per stabilizzare la politica italiana». Si fa sentire anche Paolo Cirino Pomicino. «L'iniziativa di Clemente Mastella per mettere intorno ad un tavolo tutti i democristiani ovunque collocati per discutere della riforma elettorale con l'occhio a liste comuni per le europee è una scelta coraggiosa e utile per il Paese». E poi: «Una cosa sono i democristiani altra cosa sono gli appartenenti al Partito popolare europeo. I primi sono l'asse portante del Ppe, i secondi raccolgono molte altre forze moderate non democristiane. È tempo che si dia rapidamente vita a questo tavolo di confronto sollecitato da Mastella». Ma da Forza Italia Giro invita Casini a non abbandonare il centrodestra. «Per noi l'Udc di Casini è un alleato irrinunciabile e anche l'appello di Berlusconi lo dimostra. Se abbiamo fretta di riallacciare i fili di un'intesa politica con Casini è perchè siamo persuasi che un ampio schieramento dei moderati non può non prevedere il concorso dell'Udc, un partito con il quale condividiamo i valori della tradizione cattolica e liberale». «Sarebbe miope - aggiunge - non comprendere che al tema della futura leadership del centrodestra Berlusconi oggi antepone il progetto ben più complesso della costruzione di un nuovo soggetto politico in grado di raccogliere il consenso anche di quei moderati che sono rimasti delusi dalle scelte del governo di sinistra-centro di Romano Prodi».