Bonus anche per chi «rottama»
Ieri sono state accolte le proposte dei Verdi, che fra l'altro consentono anche a chi non vuole o non può comprare un'auto nuova di usufruire di un bonus. In cambio, infatti arriva l'abbonamento per un anno ai mezzi pubblici. Introdotto anche un tetto (la soglia è ancora allo studio, ma oscilla fra i 2000 e i 2600 kg) per l'acquisto del nuovo autoveicolo. Sono queste alcune delle novità che verranno introdotte in finanziaria e che ora dovranno essere messe nero su bianco dal Governo in un emendamento ad hoc. La quadra è stata trovata ieri nel corso della riunione della cabina di regia al Senato e alla quale oltre ai capigruppo dell'Unione e ai sottosegretari all'Economia Nicola Sartor e allo Sviluppo Economico Paolo Giaretta hanno preso parte anche il ministro per gli Affari Regionali Linda Lanzillotta e il viceministro dell'Interno Marco Minniti. Nei giorni scorsi era stato presentato un emendamento, preparato dal governo ma a firma di due senatori dell'Ulivo (Lusi e Legnini) che prevedeva il bollo gratis per due o tre anni e un bonus che varia dagli 800 euro per i veicoli normali fino ai 2.000 euro per le vetture elettriche, Gpl e Metano. E proprio le vetture a Gpl e Metano dovrebbero essere favorite dalle novità introdotte su proposta dei Verdi con l'arrivo di incentivi a chi dalla benzina passa a forme di alimentazione del motore più eco-compatibili. Previsto anche un sostegno al fondo per la mobilità sostenibile, da rimpolpare attraverso l'eventuale gettito derivante dalle maggiori entrate dell'Iva. Risolta la partita rottamazione, sul tavolo della maggioranza si sono però aperti altri fronti. Il Prc ha dato battaglia sulle pensioni d'oro. Secondo un emendamento del relatore l'iniziale contributo del 3% per chi incassa più di 5000 euro al mese, previsto nel testo approvato alla Camera, dovrebbe saltare. Una scelta di cui il capogruppo di Rifondazione al Senato Giovanni Russo Spena non capisce le ragioni, dal momento che «anche il ministro dell'Economia trovava equilibrata la misura». D'accordo in linea di massima anche il Pdci, soprattutto perchè teme che alla fine la finanziaria possa pendere troppo da una parte: «Non vorrei che si alleggerisse da una parte e non dall'altra», ha detto il capogruppo a Palazzo Madama Manuela Palermi pensando ai ticket sanitari. Ci sono poi le questioni rimaste in sospeso: in cima alla lista, il nodo bonus per gli incapienti, ipotesi cara al presidente della commissione Finanze del Senato Giorgio Benvenuto. Ma che «è molto onerosa», ribadisce il sottosegretario Sartor, che tra l'altro ha più di qualche dubbio anche rispetto all'ipotesi che si possano stabilizzare tutti i precari del pubblico impiego attraverso l'uso dei cosiddetti «fondi dormienti» come invece propongono i Comunisti Italiani. L'introduzione dell'aliquota al 20% per gli affitti e autostrade sono gli altri nodi ai quali ancora bisogna dare una risposta prima che i lavori delle cabina di regia possano concentrarsi sulle proposte dei singoli gruppi parlamentari, che in totale ammontano a quota 1800 ma che verranno sfoltite anche perchè molte si accavallano. Ed è proprio di queste, oltre che di quelle dell'opposizione, che maggioranza e governo continueranno a discutere nei prossimi giorni, negli intervalli tra una seduta e l'altra della commissione Bilancio, anche se con un slittamento delle votazioni a domani, come richiesto dal centrodestra.