Berlusconi incalza: l'Udc faccia presto se no il vitello grasso lo usiamo per altro
Berlusconi ha trascosro la domenica in Sardegna a riposarsi dopo il tour de force di sabato ma non ha ancora smaltito l'euforia della manifestazione e ai vertici del partito non fa che ripetere al telefono che «ora bisogna mettersi al lavoro, non sprecare quel grande patrimonio che la piazza ha consegnato al centrodestra». Per il partito unico «c'è ancora tempo, non è cosa da fare domani» va ripetendo ai suoi fedelissimi, «ma il patto federativo si può fare, eccome». Anche senza l'Udc? È qui il nervo scoperto di Berlusconi, quella spina che non riesce a togliersi. Sì perchè la tentazione di mollare Casini al suo destino ci sarebbe, dicono i soi fedelissimi, («che coglio...è stato Pierferdi» è il commento a caldo che ha dato ai vertici di Forza Italia dal telefonino mentre dai Tg continuavano a rimbalzare le immagini di Piazza San Giovanni gremita di gente). Ma la prudenza, o meglio la ragion politica, al momento consigliano la prudenza. All'indomani il ragionamento via cellulare che è rimbalzato nel partito è che senza Casini, con i numeri risicati al Senato, non si va da nessuna parte. Non si può quindi che fare finta di niente, ingoiare amaro, soprassedere ai «capricci» del leader dell'Udc perchè tanto, «qui con noi deve stare e saltare il fosso non gli conviene» dicono dentro Forza Italia. Ma lo strappo di Casini non è stato indolore per il Cavaliere che se da una parte gongola per il risultato di sabato che ha ribadito la forza del suo carisma, dall'altro non riesce ancora a spiegarsi come mai Pierferdi morda il freno. «E dire che il suo Dna è più compatibile con noi di quanto non lo sia quello di Fini» dicono dentro il partito di via dell'Umiltà. Insomma Casini resta un rebus per Forza Italia. Quanto a Fini nessuno si sbilancia a parlare di «investitura» da parte di Berlusconi ma di fatto l'asse tra lui e il Cav si è rafforzato. Ieri Berlusconi ha lanciato un messaggio a Casini a non approfittare troppo della sua pazienza. «Ho detto che stiamo ingrassando il vitello (in attesa del ritorno del figliol prodigo, ndr) ma attenzione perchè possono anche passare i tempi. Bisogna che se c'è un ritorno, questo ritorno si manifesti in tempi abbastanza rapidi, perchè altrimenti, il vitello lo usiamo per altre cose». Il leader di Forza Italia è poi tornato sulla questione del riconteggio delle schede elettorali. «C'è la necessità ormai, dopo le accuse orrende e ignobili che ci sono state rivolte, di ricontare tutte le schede per verificare se veramente quel 10 aprile il risultato è stato quello che registra e fotografa esattamente la volontà degli italiani». Poi rivadisce di «non aver mai pensato a quello che i giornalisti e alcuni nella maggioranza avevano definito la spallata». «Se c'è qualcosa che è democratico - ha spiegato il leader di Forza Italia - siamo noi, che sappiamo bene che le maggioranze si formano attraverso le elezioni, che però devono essere elezioni veramente regolari e quando ci sono dei dubbi bisogna scioglierli: cosa che non è stata fatta». «In più, purtroppo, il governo è sostenuto da una maggioranza disunita, che - attacca Berlusconi - è in disaccordo su tutto e che si lascia dominare, direi è prigioniera, dell'estrema sinistra fondamentalista».