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È finita la missione italiana in Iraq: la bandiera rientra

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Ieri è stato ammainato il tricolore. Oggi a Ciampino la cerimonia conclusiva alla presenza del presidente Prodi

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00,faranno rientro all'Aeroporto Militare di Ciampino, con un velivolo dell'Aeronautica Militare, la Bandiera del 1° Reggimento bersaglieri e la Bandiera del Contingente militare italiano della missione "Antica Babilonia" in Iraq. Saranno presenti il Presidente della Commissione Difesa del Senato, Sergio De Gregorio, il Presidente della Commissione Difesa della Camera, Roberta Pinotti, i Vertici della Difesa, l'Ordinario Militare per l'Italia, Monsignore Vincenzo Pelvi e numerose alte cariche politiche, civili e militari. Con lo stesso volo farà rientro dall'Irak il Ministro della Difesa, Arturo Parisi accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Giampaolo Di Paola, e dal Comandante della Brigata "Garibaldi", Generale Carmine De Pascale. Al loro arrivo a Ciampino, la Bandiera del 1° Reggimento Bersaglieri ricevevuti gli onori militari, proseguirà per la propria sede stanziale, mentre quella del Contingente, invece, sarà consegnata al Presidente Prodi che la terrà in custodia fino al giorno 7 dicembre. In tale data, infatti, a Caserta - sede della Brigata bersaglieri "Garibaldi" - ci sarà la cerimonia, nella quale il Ministro della Difesa, Arturo Parisi, consegnerà personalmente la Bandiera del Contingente al Presidentedella Repubblica, Giorgio Napolitano. «Si ammaina una bandiera che ha visto in questi anni morire eroi per uno scopo molto alto e nobile, la libertà. Dopo il vergognoso e vile affronto che si è consumato anche qualche giorno fa, ad opera della sinistra radicale, davanti all'Altare della Patria a Roma, noi ribadiamo invece la nostra più profonda gratitudine ai nostri soldati per l'impegno profuso - afferma Salvatore Cicu, deputato di Fi, vicepresidente della commissione Difesa -. Siamo andati in un teatro difficile dove abbiamo ottenuto risultati importanti e dove noi italiani abbiamo protetto la popolazione, svolto un'opera umanitaria, formato la polizia locale e costruito infrastrutture» Per il ministro della Giustizia iracheno Hashim Al-Shebly, «l'appoggio dell'Italia all'Iraq è stato utile e speriamo che si possa riconsiderare il ritiro delle truppe». «A Nassiriya è stato ammainato il tricolore italiano, ma non certo l'orgoglio che tutto il Paese deve nutrire nei confronti dei nostri militari che, con una dedizione altissima alla pace, alla libertà e alla democrazia, hanno onorato la Patria fino al sacrificio della loro stessa vita», ha dichiarato il senatore Enrico Pianetta (FI), segretario della Commissione Esteri del Senato. «Il nostro morale è alto perchè abbiamo tenuto fede all'impegno preso nei tempi previsti», ha detto il generale Carmine De Pascale, comandante della brigata Garibaldi e dell'ultimo contingente italiano in Iraq. «In Iraq il lavoro da fare, affidato soprattutto alla politica, è ancora molto - ha affermato il ministro della Difesa, Arturo Parisi -. La democrazia è costruita attraverso il confronto civile che non può consentire l'uso delle armi, che devono essere nella disponibilità esclusiva delle istituzioni che godono della legittimazione popolare. Ce ne andiamo perchè abbiamo portato a compimento la missione, onorato gli impegni: ora gli iracheni in questa provincia sono pronti a fare da soli e non ci si può sostituire ad essi oltre ilnecessario. Salutiamo a nome dell'Italia la gente della provincia del Dhi Qar e tutto il popolo iracheno con il quale abbiamo condiviso questi anni che vengono così affidati alla memoria. Il rientro del contingente italiano non significa però la fine di una strada comune. L'Italia non volterà le sue spalle all'Iraq».

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