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Antonio Tajani (FI): parte il cammino

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per creare il nuovo soggetto politico

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I partiti si sono limitati in questa occasione a dare voce al malcontento generale verso il governo Prodi. Noi abbiamo raccolto un desiderio che viene dal basso, dalla gente comune che è stata stritolata dalla Finanziaria». Antonio Tajani, europarlamentare di Forza Italia, guiderà uno dei tre cortei che oggi si snoderanno per la città fino a confluire in piazza San Giovanni. Quale percorso seguirà il corteo che lei guiderà? «Dal Circo Massimo procederemo per i Fori Imperiali, al Colosseo, via Labicana, via Merulana per poi unirci con gli altri due cortei a piazza San Giovanni. Durante il percorso ci sarà anche un momento in cui faremo un ricordo alle vittime di Nassiriya. Ci saranno anche alcune note folkloristiche, come la sfilata di carri allegorici, sbandieratori, bande musicali. Ci aspettiamo almeno un milione di persone, di tutte le età e i livelli sociali: commercianti che chiuderanno il negozio per partecipare al corteo, professionisti, dipendenti statali, anziani, giovani. Insomma l'Italia che lavora ma anche quella che il lavoro lo sta cercando e che con questo governo si sente senza prospettive. Ognuno manifesterà come vuole; ecco perchè ci saranno anche carri allegorici e sbandieratori». Avete proprio pensato a tutto pur di colpire anche visivamente la gente. «In questo c'è molto di spontaneo e poco di organizzato. Sarà una grande manifestazione popolare, è l'Italia vera che scende in piazza». C'è chi sostiene che sarà un Berlusconi day più che la contestazione della maggioranza di governo, quanto c'è di vero? «Berlusconi è il leader del centrodestra che si è fatto sempre carico e portavoce del malessere della gente per questo governo. È normale che il punto di riferimento nella manifestazione sia lui ma questo non toglie nulla agli altri leader. Berlusconi rappresenta quel popolo che vuole cambiamenti, riforme, libertà economica. Sfilerà quell'Italia che crede a un progetto alternativo a quello di Prodi. Sarà una manifestazione dei cittadini non dei partiti». Ma come la mettete con l'Udc a Palermo? Non c'è il rischio di depotenziare la carica polemica della manifestazione di protesta? «Credo che piazza San Giovanni ci saranno anche simpatizzanti dell'Udc. Il partito di Cesa e Casini vuole manifestare in maniera diversa. Noi vogliamo dare voce a questa parte di Italia». Nella maggioranza si dice che è un modo per ribadire la leadership di Berlusconi messa a rischio dalla defezione dell'Udc. Che ne pensa? «Non c'è bisogno di manifestazioni per ribadire la leadership di Berlusconi che è stata confermata in modo chiaro e lampante dal risultato elettorale». Avete già pensato al dopo manifestazione? Quali saranno le prossime mosse? «Continueremo a lavorare in tutte le sedi per fare un'opposizione forte e ferma, per costruire un progetto alternativo a quello di Prodi». Credete ancora a una spallata ravvicinata? «Non mi piace il termine spallata. L'opposizione è fatta di discussioni nelle sede istituzionali ma anche di manifestazioni di piazza. Gli Stati Uniti ci insegnano che la democrazia è manifestazione diretta della volontà degli elettori». Dopo la manifestazione ci sarà una verifica dentro la Cdl? «Noi lavoriamo per costruire il Partito della Libertà. Il percorso è lungo e credo che Berlusconi dirà dal palco di san Giovanni che è arrivato il momento di dar vita a una grande famiglia politica. La manifestazione potrebbe essere il primo passo per il nuovo soggetto politico». Ma questa famiglia ha un figlio ribelle come Casini, come farete? «A Casini dico che dobbiamo lavorare uniti per costruire insieme il nuovo soggetto politico. Abbandonare le polemiche che giovano solo alla sinistra».

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