L'intervento dal palco
«Non lasciatemi solo a difendere la libertà»
Questo è il mio appello, è quello che penso di poter lasciare come eredità della mia azione politica. E ora scusatemi, la commozione ha prevalso e io...». Sono state le ultime parole di Berlusconi prima del piccolo malore che lo ha colto ieri sul palco di Montecatini. Una coincidenza, forse, però è vero che questo è il tema che sta più a cuore al leader di Forza Italia in questo momento. E probabilmente quello che lo fa accalorare di più. Prima dello svenimento, Berlusconi ha evitato di entrare nella polemica che da giorni assilla il centrodestra. Nessuna citazione dei grandi assenti alla prossima manifestazione del 2 dicembre, i centristi di Pier Ferdinando Casini. Un accenno al problema l'ex premier lo riserva a una lettera, pubblicata ieri mattina dall'edizione toscana de «Il giornale» in cui, riprendendo una proposta già nota, Berlusconi sottolinea che la Cdl per ora dovrà trasformarsi in una federazione. E in questo nuovo organismo — rileva il presidente di Forza Italia — le decisioni saranno prese a maggioranza e se si raggiunge l'80% dei consensi, la linea sarà vincolante anche sulle minoranze. Ma è solo un accenno, visto che il suo intervento interrotto da continui applausi, sarà incentrato su un critica durissima al governo «senza piena legittimità» («ci fu notte di spogli e di imbrogli») e «vittima dei diktat della sinistra fondamentalista». Ma è nel passaggio rivolto agli alleati che Berlusconi implicitamente preconizza una leadership più ampia: «Non si può fare in modo — argomenta Berlusconi — che a difendere la libertà sia lasciato un uomo solo, con i suoi collaboratori e i partiti alleati. Ora dobbiamo essere di più per difenderla. Dobbiamo chiamare alla politica più persone di quelle a cui ci rivolgemmo nel '94. Dobbiamo lavorare a una nuova discesa in campo per dare più forza a quelli che sono in campo da 13 anni, che hanno lasciato la propria professione e che hanno bisogno di qualcuno che si aggiunga a loro con più entusiasmo». Un passaggio importante, soprattutto alla luce delle indiscrezioni, poi smentite, di pochi giorni fa, secondo cui Berlusconi sarebbe pronto al fatidico passo indietro.