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La sinistra approfitta delle divisioni e attacca

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I rappresentanti dei partiti che fanno parte della coalizione di governo colgono la polemica la balzo e si scagliano contro il presidente dell'Udc Pierferdinando Casini. Il deputato dell'Ulivo Franco Monaco rispedisce al mittente le ironie dell'ex presidente della Camera sui moderati dell'Unione («Battete un colpo, se ci siete»; «non serve un altro partito di nicchia») e sottolinea: «Convinto di essere uno statista, Casini ha l'ardire di impartire lezioni a noi riformisti del centrosinistra. Lo dice a noi - aggiunge Monaco - che abbiamo aperto un grande, ambizioso cantiere? Casini è smemorato e sfrontato. Ma cosa è stata l'Udc per dodici anni, se non un partito di nicchia, parassitariamente a rimorchio di Berlusconi, dal quale solo ora e parzialmente Casini si smarca, naturalmente dopo la sconfitta del Cavaliere? Una bella prova - conclude, a sua volta usando l'arma dell'ironia, l'esponente di centrosinistra - di coerenza e di coraggio, degna di uno statista». Anche gli uomini di Antonio Di Pietro vanno giù duri sulle dichiarazioni di Casini. Dalle quali, secondo il capogruppo alla Camera dell'Italia dei valori Massimo Donadi, «quello che emerge è una Casa delle libertà a brandelli, che continua a non essere coesa nemmeno quando muove contro uno stesso obiettivo, quella tanto bistrattata Finanziaria che dimostrerà agli Italiani, alla prova dei fatti, di avere i numeri in regola per ridare slancio all'economia del Paese e sostegno alle classi più deboli». Anche Donadi non si esime da una «chiusa» ironica e chiosa: «Insomma, i leader della Cdl erano partiti per dare una spallata al governo Prodi e ora finiscono a darsi le gomitate tra loro». Più succinto l'europarlamentare dei Comunisti Italiani Marco Rizzo: «Possono raccontarla come vogliono, ma nel centrodestra sono molto divisi. È crisi reale di leadership: gli uni a Roma, gli altri a Palermo. Non hanno più nessuno sulla tolda di comando», afferma il rappresentante dei Pdci. Critici anche Marco Follini e Stefania Craxi, che pure non fanno parte dell'Unione. «Non demonizzo la piazza e non scendo in piazza. Trovo, però, che opporre una manifestazione all'altra, quella buona a Palermo contro quella cattiva a Roma, è un giochino che fa parte delle cose risibili - sottolinea Follini a proposito delle due manifestazioni contro la finanziaria nazionale organizzate per sabato prossimo dalla Cdl. Rispondendo poi ai giornalisti che gli chiedevano un giudizio sulla legge finanziaria, l'ex segretario dell'Udc ha detto: «Contiene poche riforme e troppe tasse e da parte mia c'è più di una buona ragione per votare contro». Secondo la forzista Stefania Craxi, infine, «L'Italia del centrodestra non può e non deve essere un'Italia di moderati: Casini conservi il suo moderatismo per tempi migliori perchè contro di noi ci sono forze rivoluzionarie che hanno scavalcato le regole parlamentari».

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