Brunetta: il Governo scippa le liquidazioni e copre i buchi con i debiti verso i lavoratori
Ma anche un «falso in bilancio» dello Stato. Il passaggio del Tfr, la liquidazione dei dipendenti, dalle aziende all'Inps è «una perversione del Governo». Che adesso pensa di risanare i conti delle Ferrovie con una parte di questi soldi. La norma «è sbagliata» a prescindere da dove sarà destinato il gettito. E la Casa delle libertà la contesterà fino all'ultimo. L'economista ed eurodeputato di Forza Italia, Renato Brunetta, commenta così la decisione del Governo di usare 2,4 miliardi, dei 5 preventivati dalla nuova norma sul Tfr, al risanamento di Fs. E attacca a tutto campo la Finanziaria (una legge «masochista, inutile e classista») sfidando a duello il ministro dell'Economia Padoa Schioppa al quale è pronto a dimostrare, conti alla mano, che «sarebbe bastata una Manovra da 15 miliardi». Non solo. Brunetta attacca il modo in cui è stata condotta la trattativa tra Italia e Francia sull'Alitalia. E non usa mezzi termini: «Prodi è stato preso a pesci in faccia da Chirac». Perché il Governo ha commesso falso in bilancio con la norma sul Tfr? «L'operazione è viziata non solo perché mortifica le aspettative sulla liquidazione dei lavoratori e toglie risorse alle aziende, ma anche perché il Governo ne fa un utilizzo improprio dal punto di vista delle regole contabili». In che senso? «Il Tfr non è altro che un passivo differito, un debito nei confronti dei lavoratori che al termine della loro attività dovranno incassare la liquidazione. Invece Prodi cosa fa? Utilizza un passivo dei conti dello Stato, lo maschera da attivo sotto forma di nuove entrate con cui pensa di coprire i buchi di un'azienda pubblica in forte difficoltà». Ma le ferrovie, così come Alitalia, hanno bisogno di una mano per ripartire. Che fare? «Bisogna affidare la guida delle aziende a manager validi e lasciarli liberi di operare. Nel caso di Alitalia la crisi deriva da anni di cattiva gestione e pessimo sindacato». Per risolvere questa situazione Prodi ha preso in mano il dossier... «Ed è stato preso a pesci in faccia da Chirac, che nella trattativa su un'eventuale alleanza con Air France ha fissato condizioni inaccettabili. D'altronde se Prodi si presenta al tavolo dicendo che l'azienda è sull'orlo del fallimento, cosa si aspettava?» Di trovare un alleato. «Macché, Prodi ovunque si presenta fa solo disastri. Trovo il suo comportamento del tutto irresponsabile, anche perché non si possono fare dichiarazioni del genere su un'azienda quotata. Affermazioni che sono al limite dei reati sulla manipolazione del mercato». Ma Il Governo sta studiando un piano per rilanciare Alitalia. A gennaio dovrebbe essere pronto. «Ma quale studio? Non vorrei trovarmi di fronte a un altro piano Rovati (caso Telecom, ndr). La verità è che i politici devono smetterla di fare gli strateghi da bar e lasciare lavorare i manager. Se Cimoli non va bene allora si cambi. Ma se resta al suo posto deve avere la possibilità di prendere delle scelte assumendosi le responsabilità». Perché boccia questa Finanziaria? «Perché è masochista, sarebbe bastata una manovra da 15 miliardi di cui 10 destinati alla correzione dei conti imposta da Bruxelles e 5 per incentivi e crescita. Invece stiamo parlando di una legge da 45 miliardi, tre volte tanto. Sono pronto a sfidare il mio amico Padoa Schioppa a dimostrare il contrario». A cosa servono allora questi 30 miliardi in più? «Per introdurre nuove tasse e tentare di creare consenso». Cercare consenso con nuove tasse mi sembra un po' difficile... «Infatti hanno fallito perché la Manovra è solo classista, aveva l'obiettivo di andare a colpire i più ricchi per redistribuire i redditi verso il basso. Invece hanno scontentato tutti». Visco con le tabelle ha dimostrato che la sua riforma fiscale è a vantaggio dei meno abbienti... «Sono i soliti trucchetti. Il tetto sotto il quale sarebbero distribuiti i vantaggi fiscali è 28 mila euro di reddito. Sotto quel limite i cittadini pagheranno comunque più tasse locali, bollo auto più caro e così via. La verità è che il governo Berlusconi aveva ridotto la p