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Artigiani all'attacco della Manovra

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La Cna protesta a Milano e lancia lo slogan «ci hanno preso per il mulo»

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Con questa manifestazione abbiamo dimostrato di avere la forza associativa, la presenza sul territorio. Se questo Governo ha un pò di coraggio può modificare la Finanziaria per quelle parti che consentono di sperare in maggior sviluppo e in una maggior ripresa. Perché se schianta il mulo dell'artigianato, schianta il Paese». Dal palco del nuovo polo fieristico milanese di Rho-Pero il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini arringa gli oltre 8 mila artigiani (le stime di Confartigianato parlano di quasi 20mila presenze) riuniti per manifestare contro la Finanziaria. Una manifestazione durata poco più di un'ora che è iniziata con tre cortei, partiti in mattinata e confluiti nel quinto padiglione della fiera da Brescia, Varese e Bergamo. Cortei che erano simbolicamente guidati da quattro muli di cui uno bardato dei colori di Confartigianato. Dopotutto il motto della manifestazione era proprio un ironico: «Ci hanno preso per il mulo». I manifestanti avevano per lo più le bandiere dell'associazione di categoria, anche se non mancavano gli striscioni di rito, come «orgoglioso di essere idraulico» o «tassassini!» («le mani in tasca le mette solo mia moglie»). «Siamo qui per dire con forza e orgoglio che questa Finanziaria non va bene - ha detto loro il presidente Guerrini -. Non siamo avvezzi a manifestazioni ma la misura è colma». «Questa è la peggior Finanziaria che abbiamo visto in questi ultimi anni - ha detto -. Era dal 1993 che gli artigiani non scendevano in piazza, da quando abbiamo manifestato contro la minimum tax». «Oggi - ha continuato Guerrini - sentiamo tanto odore di minimum tax, di voglia di tassare attraverso gli autonomi, di elevare la pressione fiscale solo in una direzione, verso gli artigiani, verso chi lavora e produce. Questa Finanziaria è intrisa di una ideologia vecchia e stantia che contrappone padroni e operai». I punti principali della Manovra contestati da Confartigianato sono soprattutto tre: l'inasprimento degli studi di settore, che secondo l'associazione aumenta il prelievo fiscale di un miliardo per l'intero comparto; le tasse locali, che Confartigianato teme possano esplodere, e i maggiori costi dell'apprendistato. Su quest'ultimo tema Guerrini ha voluto fare un esempio «storico» ricordando che «Giotto andava a bottega da Cimabue e la sua famiglia pagava Cimabue per tenerlo a bottega. Dal '300 ad oggi è sempre stato così». E, mentre Confartigiantao protestava a Milano, da Firenze faceva sentire la propria voce anche la Confederazione Nazionale dell'Artigianato. «La legge Finanziaria - ha spiegato il segretario generale della Cna Giancarlo Sangalli - non tiene conto del sistema italiano delle imprese e, anzi, si basa essenzialmente sulla pressione fiscale e previdenziale lasciando queste imprese al di fuori delle politiche per lo sviluppo. Ciò non è molto avveduto per un governo che vuole avere di fronte cinque anni».

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