Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Eutanasia, «Il Giornale» attribuisce all'esponte del governo una proposta di legge non sua

default_image

Il ministro Turco s'infuria ma non chiarisceLa titolare del dicastero della Salute non si schiera nei confronti del «diritto alla morte»

  • a
  • a
  • a

La nuda cronaca dei fatti: ieri mattina il quotidiano «Il Giornale», diretto da Maurizio Belpietro, spara in prima pagina il titolone: «La Turco vuole l'eutanasia per legge». Tutto nasce da una proposta presentata alla Camera, appunto sull'eutanasia, che reca la firma di Grillini, Bellillo, Turci e Turco. E il Turco in questione è il deputato della Rosa nel pugno, Maurizio Turco. Nulla a che vedere con il ministro della Salute Livia Turco. E non era difficile da capire visto che i membri del governo non presentano proposte parlamentari (forse a qualcuno bisognerebbe anche spiegare che un ministro è un membro del governo) e in più la signora Turco è senatrice e ha poco da spartire con la camera dei deputati. Maurizio Belpietro ieri ha compreso e riconosciuto l'errore profondendosi nelle più sentite scuse. La senatrice Livia Turco se l'è veramente presa e ha chiesto le dimissioni di Belpietro da direttore del «Giornale». È così che va a finire, come classicamente accade in Italia, che chi sta dalla parte della ragione finisce in quella del torto. Belpietro è colpevole di avere sbagliato e ancor più colpevole di essersi solo scusato. Quando, alcuni anni fa, l'autorevole quotidiano «Le Monde» diede per morta Monica Vitti il direttore si scusò, sì, ma inviando un grandioso cesto di rose. Ma qui finiscono le colpe di Belpietro. Il ministro Turco, invece, ha avuto una reazione dura, e non per errore. Soprattutto non chiarisce quale sia la sua posizione, come fa notare Riccardo Pedrizzi, presidente nazionale della Consulta etico-religiosa di An. «La Turco fa fuoco e fiamme per l'errore compiuto da "Il Giornale" - commenta Pedrizzi - ma non ci dice la cosa più importante, dal punto di vista politico, per un ministro della Salute del governo della Repubblica: condivide o no la proposta di legge che mira a legalizzare l'eutanasia attraverso l'introduzione del testamento biologico, presentata dal Centrosinistra alla Camera?». E no, questo il ministro Turco non lo chiarisce. E sì che certe cose il numero uno della Salute dovrebbe farle sapere. E non solo lui. «L'Unione è d'accordo con il testo di legge sull'eutanasia presentato fra gli altri firmatari da un onorevole Turco che non è il ministro Livia Turco?» È la lecita domanda di Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Fi, che vorrebbe chiarezza su questo importante argomento una volta «chiarito l'equivoco nel quale nel corso della sua attività può cadere qualunque giornale. Ricordiamo che anni fa anche a "L'Unità" capitò un infortunio assai più serio con l'onorevole Scotti». La richiesta di chiarimento è su un testo che affronta un problema da un lato scottante, ma dall'altro che non viene visto dalla maggioranza dei cittadini come qualcosa da risolvere al più presto. «Ogni persona che versa in condizioni terminali o che è affetta da una patologia gravemente invalidante, irreversibile e con progonosi infausta, ha diritto di porre termine alla propria esistenza mediante l'assistenza di un medico», questo il concetto centrale della proposta di legge presentata dal deputato della Rosa nel pugno Maurizio Turco. Il primo firmatario è il diessino Franco Grillini, insieme a lui l'ex ministro Katia Bellillo, Comunisti italiani, e Lanfranco Turci, collega di partito di Turco. «Il medico curante che pratica l'eutanasia attiva - si legge in uno degli articoli - non è punibile se presta la propria opera alle condizioni e con le procedure stabilite dalla legge». Parole di pietra che scuotono le coscienze. In un Paese che scende in piazza contro una legge Finanziaria definita la peggiore della storia della Repubblica forse il sentimento comune è quello, per il momento, di affrontare altri problemi. Anche perché nell'Italietta che neanche si sogna di offrire un'otturazione per i denti di cittadini che da una vita pagano le tasse, parlare di «diritto alla morte» risulta un po' stonato. Risolviamo prima altri problemi. Come quello delle liste d'attesa per semplici esami.

Dai blog