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Cgil-Cisl-Uil indicono dieci giorni di manifestazioni per far modificare la Finanziaria

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Nella Finanziaria 2007 non c'è trippa per gatti, la scuola (pubblica e privata) rischia di uscirne con le ossa rotte. Dunque annunciano una raffica di scioperi per bloccare, in extremis, una manovra fiscale «senz'anima» e che «tratta la conoscenza come un problema di spesa e non come un investimento». Il pacchetto di scioperi e manifestazioni verrà spalmato tra il 6 ed il 17 dicembre. Eccolo in dettaglio: 6 dicembre, assemblee unitarie in tutte le scuole; 7 dicembre, presidi davanti a tutti i Centri servizi amministrativi (Csa) e alle Direzioni scolastiche regionali e incontri con i prefetti; 11 dicembre, sciopero generale di tutti i lavoratori della scuola dell'infanzia, elementare e media alla prima o ultima ora e manifestazione nazionale con sit-in davanti al ministero della pubblica istruzione del personale precario docente; 12 dicembre, manifestazione nazionale con sit in davanti al ministero della Pubblica istruzione del personale Ata; 13 dicembre, sciopero generale di tutti i lavoratori della scuola superiore alla prima o ultima ora e manifestazione nazionale di protesta dei presidi incaricati; 17 dicembre: manifestazione nazionale a Roma. Una risposta «eccezionalmente dura» che rivendica «modifiche sostanziali» alla Finanziaria, licenziata alla Camera e presto all'esame del Senato. I confederali si sentono traditi. Le posizioni del governo sarebbero molto lontane da «quanto era stato proposto con la vertenza, sulla base dei contenuti della piattaforma unitaria consegnata al Presidente del Consiglio» ha spiegato infatti Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola. «Ci mobilitiamo per eliminare gli ultimi tagli agli organici docenti e Ata previsti dal maxiemandamento, per l'incremento di assunzioni per la copertura di posti amministrativi, per il mantenimento delle graduatorie permanenti, quale strumento di reclutamento per la copertura del 50% dei posti disponibili, l'eliminazione del vincolo del 10% nel concorso riservato ai presidi incaricati per l'accesso alla dirigenza scolastica, il sollecito avvio del rinnovo contrattuale disponendo di tutte le risorse disponibili e rendendole subito esigibili». Esattamente le stesse rivendicazioni che hanno spinto lo Snals a indire per il 7 dicembre uno sciopero generale della scuola contro la Finanziaria. Finora il grido di protesta del sindacato autonomo, che ha espresso anche un chiaro no al "contratto-bufala" del biennio 2006-2007 sottoscritto invece da Cgil-Cisl-Uil, era una voce isolata. Con le mobilitazioni decise ieri si preannuncia un dicembre caldo per la scuola. A rischio, pure, le recite e le festicciole natalizie. Delusione e rabbia anche nelle parole del segretario Cgil-Scuola Enrico Panini: «Prima di tutto la Scuola pubblica è il motto che abbiamo scelto per scandire la nostra mobilitazione - ha detto Panini - non è solo uno slogan, ma un programma, l'obiettivo che deve assumere una Finanziaria taccagna con la scuola pubblica e ingenerosa con i suoi operatori». La scuola non vuole essere la cenerentola di questa manovra. Non erano questi gli impegni che Prodi e compagni s'erano presi davanti ai propri elettori. «Dopo l'insoddisfacente vicenda che ha accompagnato l'approvazione della Finanziaria alla Camera, abbiamo dunque deciso di accompagnare la presentazione delle nostre rivendicazioni alle Commissioni parlamentari con una forte e costante mobilitazione che accompagnerà tutto il dibattito al Senato».

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