«Troppi tagli, i nostri soldati non sono più sicuri»
E stavolta il pericolo non viene da possibili attacchi militari quanto dalla mancanza di fondi per effettuare la manutenzione dei mezzi e soprattutto per svolgere un buon addestramento. A lanciare l'allarme non è un esponente della Cdl ma il sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri che ieri mattina è stato ascoltato dalla commissione Difesa del Senato. Un allarme che rinfocola le polemiche all'interno dell'Unione tra l'ala più moderata e la sinistra radicale che ha sempre chiesto al governo di ridurre le spese per i militari per dirottarle su altre voci. E proprio di questo ieri mattina si è lamentato Forcieri: lo stanziamento che inizialmente Padoa Schioppa aveva destinato alle spese di addestramento dei circa 10 mila soldati sparsi per il mondo e a quelle per la manutenzione dei mezzi militari era di 400 milioni di euro. Poi è sceso a 350. E questo di fronte a una richiesta, fatta dal ministero, di 1400 milioni di euro. «La previsione di spesa — ha spiegato il sottosegretario alla commissione — affronta la situazione del presente, estremamente critica per la condizione dei mezzi e per il livello di addestramento del personale». «I mezzi — ha proseguito — hanno notoriamente subìto un drastico deterioramento, in dipendenza del continuo e prolungato impiego soprattutto nelle operazioni fuori area. In questo campo devo ricordare come la mancata manutenzione non si traduca in semplici fermi di macchine che possono essere ripristinati non appena vi sia la possibilità. I fermi di macchine ad alta tecnologia comportano danni tecnici irreversibili e situazioni di insicurezza che impongono costosissime revisioni all'atto della reimmissione in uso. La mancanza di risorse, ove protratte nel tempo, può addirittura portare alla necessità di radiazione di mezzi costosi ma soprattutto essenziali per l'operatività dello strumento e per la sicurezza dei militari. Similmente la discontinuità nell'addestramento di un militare porta a situazioni di grave insicurezza nelle operazioni. Manutenzione e addestramento rimangono elementi estremamente critici di cui continuiamo a essere seriamente preoccupati». Ma nelle parole di Lorenzo Forcieri c'è anche irritazione per gli ulteriori tagli fatti in aula rispetto alle previsioni iniziali. «Segnalo che tale stanziamento era inizialmente di 400 milioni di euro, già di per sé una risposta inadeguata a fronte di un'esigenza rappresentata di 1400 milioni di euro, ma è stato ridotto nel corso del precedente passaggio parlamentare per effetto di un emendamento a cui ho sentito di dover reagire manifestando rammarico e forte preoccupazione, soprattutto pensando al futuro delle nostre missioni internazionali». «Poiché a questo proposito — ha proseguito il sottosegretario — è stata avanzata l'ipotesi che le risorse per l'esercizio potessero provenire da una riduzione di quelle destinate all'investimento, va precisato che questo non è in alcun modo possibile. Innanzitutto perché, come già spiegato, i 1700 milioni per gli investimenti non costituiscono un nuovo conferimento di risorse ma sono destinati al pagamento di debiti e alla copertura di impegni pregressi». «Come dicastero — è la conclusione di Forcieri — vorrei vedere le risorse dell'esercizio reintegrate ai 400 milioni e preservate da ogni ulteriore taglio o aggiustamento in negativo, considerata la loro essenza vitale». Prodi e la sinistra sono avvertiti.