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di GRAZIA MARIA COLETTI CI METTERANNO a tutti il velo, e ne vedremo delle belle alle cerimonie nuziali ...

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È questo, infatti, il rischio sollevato dalla Cdl - ma non è il solo - se il testo all'esame della Commissione Affari costituzionali della Camera da novembre, dovesse diventare legge «rapidamente», così come ha auspicato Bertinotti, ad un incontro interreligioso, cui hanno preso parte il rabbino capo di Roma Di Segni, l'Arcivescovo Rino Fisichella, Gaetano Sottile delle Chiese riformate ed Abdellah Redouane, segretario generale del Centro culturale islamico. Incontro nel quale Bertinotti ha annunciato la prossima creazione a Montecitorio di «un luogo destinato alla contemplazione e alla meditazione religiosa, a prescindere dalla confessione». La Cdl frena. Quel testo non è adeguato, serve solo ad accelerare il via alle unioni di fatto ed è troppo «debole» rispetto all'Islam, è la posizione di molti. Ma parlano anche le assenze, come quella «dell'identità e della tradizione religiosa del popolo italiano basata sul cristianesimo, non menzionata in nessun articolo» stigmatizzate da Fabio Gragnani, capogruppo di Forza Italia in commissione Cultura alla Camera, con cui concorda il deputato di Forza Italia, Angelo Maria Sanza. «La secolarizzazione è il male dell'Europa» ammette Sanza che fa il paragone con la Turchia, dove ha prodotto effetti simili, anche se non uguali «Non uguali, perchè il ritorno della spiritualità coincide con la rimonta di un ultra-fondamentalismo, in una società che può essere considerata pre-westfalica. Cioè che non ha ancora subito la crisi che ha separato gli ambiti fra Stato e Chiesa. Cosa assai complicata da realizzare nella religione islamica. La politica italiana ed europea, dopo i velleitarismi mediorientali - sottolinea Sanza - ha il dovere di stringersi intorno al Pontefice, perché è l'ultima speranza che abbiamo per poter riannodare i fili di un confronto che non deve trasformarsi in scontro di civiltà». Per Sanza «ci vuole prudenza, perché si mettono in discussione sia il Concordato che gli equilibri naturali nella famiglia per rincorrere altre religioni per le quali abbiamo rispetto, ma quando il rispetto lo trasferiamo nella convivenza civile rischiamo di confondere più di quanto non siano confuse le relazioni tra le varie fedi all'interno di questa nostra società civile». Tema caldo l'argomento matrimonio, in particolare l'art. 11, comma 1 della Pdl. «Il progetto della sinistra prevede che a discrezione dei singoli culti religiosi si potrà anche non dar luogo alla contestuale lettura degli articoli del codice civile da cui discende la parità tra i coniugi e il ruolo non subordinato della moglie» ricorda il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa, che sottolinea «la volontà della sinistra di consentire, per esempio, ai musulmani, di continaure a non accettare pubblicamente la parità tra uomo e donna e di perpetuare di fatto per il marito i ruoli di padrone di moglie e figli». «Con i pacs la sinistra paragona le coppie naturali a quelle omosessuali, e poi tenta di abolire la parità tra uomo e donna nelle coppie naturali» ribatte Sanza che consiglia a «Bertinotti e ai suoi seguaci di darsi una calmata». Per il senatore Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc, questa pdl riguarda soprattutto la presenza dell'Islam. «Ancora tale presenza non è assestata, non abbiamo ancora una fisionomia credibile dell'Islam ed è sempre pericoloso legiferare su fenomeni che sono in grande movimento, forse è meglio aspettare che siano stabilizzati» avverte Buttiglione. «Emerge un Islam italiano, con cittadini che sono culturalmente italiani di religione islamica? - si chiede Buttiglione - o si materializza il rischio di un Islam straniero in Italia, che magari vive una propria identità religiosa in alternativa alla identità culturale e politica degli italiani? come facciam

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