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Primo no all'ingresso di An nei Popolari Ue

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Ma il leader della Destra non molla la presa

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A «sancirlo» è il presidente del Partito popolare europeo, Wilfrid Martens, a margine della presentazione di un suo libro di memorie a Roma. «Senza un nuovo partito di centro» dei moderati, che comprenda anche Alleanza nazionale, ha aggiunto Martens, «è impossibile per noi» l'adesione del partito di Gianfranco Fini. Martens ha spiegato di non aver ricevuto per il momento alcuna richiesta di adesione di Alleanza Nazionale, ma ha puntualizzato come la posizione del Partito Popolare Europeo sia «molto chiara»: «Non vogliamo collaborare né con l'estrema destra, né con l'estrema sinistra» e un eventuale ingresso di An è vincolato alla creazione di un nuovo partito di centro dei moderati in Italia. Un partito più ampio «che accetti i principi del Ppe e il nostro programma di base» è «la conditio» per accogliere un eventuale nuovo partito. Il presidente del Ppe ha poi ribadito che i principi fondanti del suo partito sono il rispetto di un «concetto concreto» dei diritti umani, la condivisione di un'idea «federale» dell'Europa e di una «economia sociale di mercato». Insomma, ha concluso Martens, vogliamo che nel gruppo siano rappresentati «partiti democratici» favorevoli «allo stato di diritto». Alla domanda se sia possibile un eventuale ingresso nel Ppe del futuro Partito democratico di centrosinistra in Italia, Martens ha risposto ribadendo che per tutti i partiti che chiedono di entrare nel Ppe valgono le stesse condizioni. «L'onorevole Martens a suo tempo era contrario anche all'ingresso di Forza Italia nel Ppe; la sua è quindi un'opinione e nulla più», è il commento del leader di An. «Ha comunque ragione - aggiunge tuttavia Fini - quando afferma che molto dipenderà dalla evoluzione che avrà il quadro politico italiano, cioè dal modo con cui i partiti della Cdl si presenteranno alle elezioni europee del 2009 e dal livello di coesione politica e organizzativa che avrà raggiunto la coalizione di centrodestra». Da parte sua, il coordinatore di Fi Bondi ha precisato che «il nuovo partito di centro di cui ha parlato Martens è un progetto a cui stiamo lavorando proprio con il presidente Fini, e questo progetto può avere più forza in seguito all'adesione di An nel gruppo parlamentare e poi nel partito popolare Europeo, che noi auspichiamo fortemente». Di parere diverso due illustri ex democristiani. «Non si può chiedere di entrare nel Ppe perchè esso non sarebbe più il partito dei democratici cristiani europei. Il Ppe è, oggi come ieri, proprio il partito dei democratici cristiani europei, aperto a forze che, pur provenendo da altre tradizioni, con la nostra tradizione si vogliono incontrare. Ed è ovvio che non è possibile entrare nel Ppe se si mantiene un atteggiamento di ostilità, o anche solo di sufficienza, verso la tradizione della Democrazia Cristiana e verso i democratici cristiani», aferma Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc. Buttiglione, pur dando atto al partito di Fini di aver sciolto alcune ambiguità come quella rispetto al fascismo tuttavia, sottolinea che «non appare chiaro cosa An sia diventata, quale sia la sua ricollocazione ed il suo itinerario culturale». D'accordo con Martens anche il leader dei Popolari Udeur, Clemente Mastella: «Con Martens all'epoca, quasi abbiamo litigato quando stava per arrivare, nel Ppe, Forza Italia perchè ritenevamo che la Forza Italia del primo periodo fosse un po' destrorsa, ossia un pò troppo conservatrice. Abbiamo sempre contestato in sede europea l'idea dell'allargamento a tutti i costi, con i conservatori britannici e quanti altri. Il fatto che uno come Martens dica no ad An, lascia molto pensare - conclude Mastella - nel senso che il Partito Popolare Europeo non può diventare una sorta di succursale della Destra europea. Sono assolutamente contrario e questa volta sono d'accordo con Martens».

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