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Berlusconi attacca la Finanziaria: «È stata gestita con un dilettantismo inarrivabile»

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Silvio Berlusconi ieri ha attaccato a testa bassa la Manovra approvata ieri dalla Camera e ha respinto le accuse del centrosinistra al suo governo di aver lasciato in eredità i conti pubblici in disordine, ribaltando l'accusa. Fu la Cdl, nel 2001, a trovare «un buco di 38.000 miliardi di vecchie lire». Questa Finanziaria, invece, nelle sue dimensioni era «assolutamente non necessaria», e la sua entità finirà per «deprimere i consumi. «È stata gestita con un dilettantismo inarrivabile — ha continuato il leader di Forza Italia — in un clima da suk arabo, in cui tutti chiedevano favori nell'ambito della maggioranza, e questi favori venivano chiesti anche ricattando il governo e minacciando il non voto, e alla fine si è concluso con la fiducia, così anche i parlamentari della maggioranza che non erano d'accordo hanno dato il proprio voto, altrimenti andavano a casa. Credo che abbiamo assistito a un brutto capitolo della storia parlamentare». «Questa Finanziaria — ha proseguito l'ex premier — ridurrà i consumi, porrà quindi un freno all'economia e, per quello che riguarda i conti pubblici non era assolutamente necessaria, perché i conti noi li abbiamo consegnati in ordine, al contrario di come li avevamo ricevuti dai governi della sinistra». «Vorrei ricordare — ha aggiunto Berlusconi — che noi ricevemmo i conti con un deficit che era al 3,2% e ci trovammo in più un buco di 38.000 miliardi di vecchie lire che l'Unione Europea ha testimoniato come realmente esistente. Abbiamo invece consegnato i conti in ordine con un extra-budget di entrate fiscali che sono intorno ai 30.000 miliardi di quelle lire. Quindi - ha concluso l'ex premier - con una differenza assoluta tra i conti che noi abbiamo ricevuto e quelli che abbiamo consegnato a questo governo». Berlusconi ha spiegato comunque di essere d'accordo a modificare l'iter parlamentare della sessione di bilancio. Conversando con i giornalisti nella sala stampa di Montecitorio, il leader di Forza Italia ha spiegato: «Non c'e' stato il tempo per esaminare questa Finanziaria. Anzi è stato molto corto. Se si vuole cambiare il modo di presentare il bilancio dello Stato, su questo concordo anche io». «Se pensiamo che sono oltre 800 gli articoli con cui è stato fatto il maxi-emendamento — ha aggiunto l'ex premier — e che erano più di 300 gli articoli della Finanziaria e la Camera è riuscita ad esaminarle soltanto 12, io penso che effettivamente il tempo per esaminare questa Finanziaria e per esprimere un voto consapevole non c'è stato». Dure anche le parole del leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini: «Definire questa Finanziaria pessima significa usare un'espressione a dir poco diplomatica, non ricordo una manovra così imbarazzante». E se il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, dice che l'Italia non si merita un premier come Prodi, il segretario della Democrazia cristiana per le autonomie, Gianfranco Rotondi, parla di «ultimo atto politico di un governo arrogante». Duro anche il commento del vicepresidente della Camera e vicepresidente di FI, Giulio Tremonti, che così inquadra la manovra di Prodi: «Regressiva come una moderna tassa sul macinato».

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