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Prodi continua a difendere la Finanziaria «Sarà applaudita quando darà i suoi frutti»

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Romano Prodi sceglie la platea del ventesimo congresso della Democrazia Cristiana per difendere la manovra economica «presa di mira da destra come da sinistra». Un intervento, quello di Prodi, incentrato sulla Finanziaria all'esame del Parlamento. Il Professore ne sottolinea serio l'importanza ma, si affida all'ironia nel descrivere gli attacchi, bipartisan, rivolti alla manovra. «Prima — osserva — ci dicevano che eravamo schiavi dell'estrema sinistra per aver punito i ricchi. Ora invece siamo attaccati perché risaniamo i conti. Insomma — sottolinea Prodi — vedo che c'èuna contraddizione continua». Il Professore non nasconde che la Finanziaria a molti non sia gradita ma è proprio agli scettici che il premier indirizza il suo ragionamento: «Una manovra così, ovviamente, non poteva essere applaudita da subito. Ma sarà applaudita quando darà i suoi frutti, cioè l'anno prossimo». Usando una metafora per parlare della situazione che il governo attuale ha ereditato, il premier sottolinea come «non si può pensare che un aggiustamento di questo tipo sia indolore. Se si vuole guarire da una malattia — dice Prodi — non ci sono cure indolori». Di fronte ad un parterre composto anche da forze politiche dell'opposizione il presidente del Consiglio ribadisce quello che ormai è diventato uno dei suoi leit-motiv: «La Finanziaria serve per riscattare il Paese» perché «l'Italia non merita di essere una riserva ma deve giocare nel massimo campionato». «Non possiamo continuare ad essere al venticinquesimo posto — ragiona il premier — ma dobbiamo risalire almeno a metà del gruppo. Non dico al primo posto ma almeno a metà». Immancabile un paragone tra il lavoro svolto per mettere a punto questa manovra e l'impegno del 1996 per un'altra tappa importante è cioè l'ingresso nell'euro. Ma a differenza di allora, dice Prodi «il compito è ancora più grande» perché l'obiettivo ora è «riportare l'Italia tra chi guida l'evoluzione del mondo». Se la Finanziaria è la priorità, il premier non dimentica l'altro obiettivo è cioè la modifica della legge elettorale. Il Professore coglie infatti l'occasione per denunciare come «l'attuale legge elettorale sia complicata e fatta apposta per non far governare». Poi Prodi ha voluto ringraziare lo stato maggiore della Democrazia Cristiana per il sostegno dato alla coalizione di centrosinistra uscita vincente alle ultime politiche: «Voglio ringraziare tutti voi per il contributo che avete dato alle elezioni. Lo voglio dire perché la gratitudine in politica va espressa anche in modo aperto e chiaro».

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