Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Parla don Gianni Baget Bozzo: «Senza Berlusconi non può fare niente»

default_image

  • a
  • a
  • a

Don Gianni Baget Bozzo liquida così, con una battuta, quello che sta accadendo all'interno della Casa delle Libertà. Per il sacerdote ligure, 82 anni il prossimo marzo, un passato da europarlamentare (è stato eletto due volte nelle fila del Psi) e un ruolo di primo piano nella fondazione di Forza Italia, tra i partiti della Cdl non ci sono «diversità di "sentimenti" politici, ma solo la volontà, da parte di alcuni esponenti, di dire "ci sono, concorro anch'io"». Pensa a Casini e alla scelta dell'Udc di non partecipare alla manifestazione del 2 dicembre a Roma? «Lo stesso Casini ha ammesso che esponenti e simpatizzanti dell'Udc saranno presenti alla manifestazione di Roma. Questo perché l'elettorato a cui si rivolge la Casa delle Libertà è univoco, non esiste una diversità politica». Sarà, ma mentre An, Forza Italia e Lega scenderanno in piazza a Roma, l'Udc manifesterà a Palermo. «Ma anche Casini, al chiuso di un palazzetto a Palermo, protesterà contro la Finanziaria. L'Udc continua a dire di essere alternativo al governo Prodi, non mi sembra che ci siano differenze con il resto del centrodestra». Allora come spiega i continui tentativi di marcare una distanza, una differenza? «Casini è giovane. Si sente un potenziale leader del centrodestra e non vuole sparire dalla scena politica. Non può permettersi di essere appiattito su Berlusconi, ma sa anche che da solo non può fare niente». Beh, qualcosa può farlo. Potrebbe, ad esempio, correre in soccorso della maggioranza nel momento opportuno. «Se veramente di consumasse la rottura tra l'ala riformista e quella massimalista dell'Unione, con la fuoriuscita di Rifondazione Comunista dal governo, l'Udc potrebbe integrare la maggioranza. Ma sarebbe un sostegno insufficiente». Perché? «Perché, per essere tale, alla maggioranza non basterebbero i voti dell'Udc. E comunque non c'è da parte di Forza Italia la volontà di andare contro questa frattura. Berlusconi si è persino detto disponibile all'impegno di FI in un governo di transizione». Le famose larghe intese? «Le larghe intese si fanno con Berlusconi o non si fanno. Dopotutto anche Casini sa che i suoi elettori lo votano perché lo preferiscono a Berlusconi, ma non lo farebbero se l'Udc sostenesse una posizione verso il centrosinistra diversa da quella del resto della coalizione». Quindi non c'è differenza tra Udc e Forza Italia? «L'Udc può probabilmente marcare una differenza proponendosi agli elettori come partito cattolico che si fa portavoce delle posizioni della Chiesa. Ma cosa può dire Casini di proprio e diverso rispetto a quello che dice Berlusconi? Cosa dirà a Palermo di così diverso sulla Finanziaria? Certo, la differenza è che mentre alcuni manifestano in piazza, altri lo fanno al chiuso. Ma la linea, in fondo è la stessa. In questi giorni, così come nei mesi scorsi, il leader dell'Udc ha voluto solamente ricordare che c'è». A proposito della piazza. Alcuni mesi fa lei aveva detto che il problema dell'elettorato di centrodestra «non è scendere in piazza, ma uscire dal silenzio». Ha cambiato idea? «La sinistra ha sempre usato la piazza come delegittimazione dell'avversario, noi la useremo come espressione di sentimenti. Perché non prendere la piazza, oggi, significa non esistere. Il nostro elettorato ha ormai maturato un sentimento così forte che merita di essere urlato». Su questo Gianfranco Fini ha mostrato un'assoluta identità di vedute con Berlusconi. Pensa che sia stato più lungimirante di Casini? «Fini ha finalmente scelto una via che doveva intraprendere fin dall'inizio: quella dell'adesione di An al Partito Popolare Europeo che non è assolutamente un partito confessionale». Nella corsa alla successione di Berlusconi chi vede favorito lui o Casini? «Io penso che Berlusconi non abbia più voglia di fare il candidato della Cdl. Lui se ne andrebbe anche, ma prima vuole portare a compimento quello che è, a tutti gli effetti, un compito storico: la creazione di un centrodestra unitario in Italia». Sì, ma quando avrà portato a compimento questo compi

Dai blog