Ieri primo giorno di applicazione del decreto
Droga, la Turco in ParlamentoOggi il ministro alle Camere per ratificare il provvedimento. An pensa al referendum
Il provvedimento, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di venerdì, aumenta il limite stabilito dalle tabelle previste dalla legge Fini-Giovanardi sulle tossicodipendenze, considerando «le caratteristiche differenziali dei principi attivi della cannabis (Thc) rispetto alle altre sostanze stupefacenti, anche per quanto riguarda il minor potere di indurre alterazioni comportamentali e scadimento delle capacità psicomotorie». Intanto non si placa la polemica sul decreto legge varato dal governo Prodi. Il leader di Alleanza Nazionale, padre della precedente legge sulla droga, afferma senza mezzi termini di essere disposto a portare avanti la propria battaglia sulla droga fino in fondo. Battaglia che non esclude la raccolta di firme per un referendum abrogativo in caso di eventuale modifica della legg. «Se il ministro Turco domani (oggi ndr.) andrà in Parlamento non solo per ratificare un atto amministrativo ma proverà a modificare la legge attuale sugli stupefacenti ricorreremo al referendum abrogativo», dice l'ex vicepresidente del Consiglio intervenendo a un convegno veronese sulla prevenzione all'uso di droghe. «Il ministro - ricorda quindi Fini - ha detto che se non passerà la sua linea è pronto a dimettersi». «Ma anche se è contestata da 51 parlamentari della sua maggioranza - conclude l'ex ministro degli Esteri - non si dimetterà di certo». Fini poi entra nel merito del decreto legge: «Il provvedimento Turco che ha raddoppiato il quantitativo personale di cannabis di fatto favorisce lo spaccio e non a caso è stato duramente contestato anche all'interno della maggioranza e altrettanto duramente contestato dall'Osservatore Romano. Inoltre è un provvedimento che danneggia la salute dei giovani».