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di PINO GIULIETTi PRIMO giro di boa per la stangata che sta per colpire gli italiani.

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Si tratta dell'ultimo passaggio a Montecitorio prima dell'approdo in Senato previsto per oggi in tarda mattinata, con il voto finale della manovra preceduto dalle dichiarazioni di voto. «Con il voto di oggi (ieri ndr) è stato fatto un passo importante. Si volta pagina», ha commentato il ministro per l'Economia Tommaso Padoa Schioppa, uscendo dall'aula dopo il voto. «Gli italiani sappiano che se la Finanziaria compirà il suo iter, non vi sarà alcun incubo di crisi finanziaria. È aperta la strada per una crescita duratura, anche se molto resta da fare». Ancora una volta, però, l'opposizione ha attaccato il governo per la decisione di porre la fiducia, «una violenza contro il Parlamento», secondo Gianni Alemanno che ha parlato a nome di An, «utile solo per venire a capo dei dissidi interni alla maggioranza», a parere di Marino Zorzato (Fi). Le critiche si sono concentrate anche su tutto l'andamento dei lavori alla Camera, «50 giorni di palude», a detta di Alemanno, con decine di emendamenti del governo arrivati a getto continuo sia in commissione che in Aula. Una manovra, infine, secondo l'opposizione, ancora non precisamente definita, visto che alcune correzioni non entrate nel maxiemendamento sono rinviate al passaggio in Senato. In effetti non sono pochi i nodi rinviati a Palazzo Madama, per affermazione dei gruppi parlamentari e anche di esponenti di governo. Innanzitutto c'è da affrontare il «pacchetto sicurezza». Lo ha sottolineato lo stesso ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti. In Senato, ha detto il ministro, «bisogna cercare dei miglioramenti» in particolare per quel che riguarda «il pacchetto sicurezza». Altro tema indicato dal ministro è «il rapporto tra lo Stato e la Regione Sicilia in materia di sanità, uno dei punti su cui non possono esistere logiche di schieramento», ha aggiunto il ministro. Ci sono poi alcuni provvedimenti in materia di lavoro, particolarmente cari a Rifondazione comunista. Ma sono sostenuti anche dal ministro del Lavoro Cesare Damiano, secondo il quale ci sono soprattutto tre punti da affrontare nel passaggio a Palazzo Madama. «Serve un ulteriore miglioramento della normativa sulla malattia dei parasubordinati - ha indicato il ministro - il superamento del salario convenzionale per le cooperative sociali e la tutela del danno biologico per i lavoratori invalidi». Modifiche che, secondo il ministro, avrebbero «costi non rilevanti». Rifondazione tiene molto anche ad un emendamento, approvato da tutto l'Ulivo ma non incluso nel maxiemendamento, sui lavoratori precari della scuola. Non reinserirlo in Senato comporterebbe la cancellazione, dal 2010, delle graduatorie permanenti che regolamentano l'accesso ai ruoli dell'insegnamento e l'attribuzione degli incarichi per le supplenze temporanee. Infine, fra i problemi che il governo dovrà ancora risolvere, secondo il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, c'è anche quello legato ai fondi per la bonifica di Porto Marghera, «alcune centinaia di milioni», ha detto il ministro, «che è inconcepibile restino congelati al ministero dell'Economia».

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