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Melilli (Upi): «Traditi dalla coalizione amica»

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«Prodi non ha mantenuto gli impegni con le Province»

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Una frattura nei rapporti tra Governo e Province». Arriva dalla Cina, dove si trova in visita istituzionale, l'attacco del presidente dell'Upi, l'Unione delle Province Italiane, Fabio Melilli al maxiemendamento alla Finanziaria che sarà votato questa sera. Il presidente della Margherita attacca il governo «amico» per le promesse non mantenute. «Abbiamo assistito ad un vero e proprio assalto alla finanziaria. Credevamo che nonostante questo il Governo mantenesse gli impegni assunti con le Province italiane il 10 ottobre scorso: ed invece così non è stato». Sono stati cancellati, infatti, quattro capitoli su cui sembrava che le Province l'avessero spuntata: non ci sarà la prevista riduzione di 100 milioni a carico delle province, abolito lo stralcio delle norme ordinamentali e cioè quello sullo status degli amministratori, e, soprattutto, eliminata la compartecipazione al gettito Irpef, prevista soltanto per i Comuni. È proprio quest'ultima richiesta a far perdere l'aplomb al presidente Melilli: «Questa compartecipazione ha un bassissimo impatto finanziario, ma un grande valore politico, perché è il segnale alle province di apertura al federalismo fiscale. Insomma oltre alla pesante riduzione di risorse ai danni dei bilanci delle Province, ciò che resta grave è la sordità mostrata a tutte le nostre richieste. È una ulteriore dimostrazione che la finanziaria, almeno per ciò che riguarda i rapporti tra Governo e autonomie, non può essere gestita esclusivamente dal Ministero dell'Economia, ma ha bisogno della partecipazione di sensibilità diverse, che sappiano cogliere a pieno le necessità e i suggerimenti delle istituzioni locali e dei cittadini». In sostanza le Province hanno ottenuto soltanto l'eliminazione del tetto agli investimenti. Veramente poco secondo l'amministratore anche della provincia di Rieti, tanto poco da rompere il feeling tra le province italiane che lui rappresenta e il Governo Prodi. «La manovra che esce dalla Camera - conclude infatti Melilli - oltre ad essere inaccettabile per la parte finanziaria, resta confusa e improvvisata nelle norme relative all'ordinamento, segna sicuramente una grave frattura nei rapporti delle Province con il Governo, mettendo in discussione il principio di leale collaborazione sancito dalla Costituzione».

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